V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

viernes, 11 de diciembre de 2009

Pane e salami


“Beati gli ultimi perchè saranno i primi” diceva qualcuno. Io aggiungo: “beati gli ultimi degli ultimi perché saranno ancora più primi!”.
Una classifica spietata ci condanna come fanalino di coda del nostro girone. Inaspettatamente viste le premesse e una rosa di tutto riguardo. Ma i gruppi non sono fatti di aritmetica e qualcosa nella combinazione finale della squadra continua a non quadrare. Tante cose sono anche evidenti e mi piacerebbe molto per una volta non sentir parlare di huevos (maroni) e gana de ganar (voglia di vincere). Invece le nostre charlas settimanali vanno a parare sempre lì. Comunque la situazione non è disperata anche perché io ancora devo cominciare a giocare! Penso che il mister mi tenga come l’arma segreta per vincere il campionato contando su un girone di ritorno da urlo. Per ora mi dice che è molto contento di me, che he hecio un gran cambio (ho fatto un gran cambiamento) e che non mi fa giocare perché gli altri fanno così cagare che devono saltarci fuori loro senza che lo faccia io per loro….
?...
Comunque a suo dire c’è piena fiducia.
La settimana scorsa ho avuto la mia quarta convocazione, terza consecutiva. I miei compagni sono stati affetti da una moria incredibile. Il mio angelo custode sta facildiando i miei colleghi di infortuni alla caviglie, ai quadricipeti e alle spalle ad un ritmo davvero notevole. Del resto ha gioco facile vista la parte atletica che facciamo della quale non riesco davvero a trovare ancora un senso. Ma su questo un mio compagno, il mitico chapu (di sera giocatore di ordine e clown dello spogliatoio, di giorno educatore degli adolescenti calciatori del villareal), mi ha edotto con una semplice frase (che traduco quasi letteralmente): “macsi, devi capire che qui in spagna facciamo moltissime cose che non hanno senso… e lo sappiamo che non hanno senso sai… e che continuamo lo stesso a farle perché va bene così”.
Pensavo scherzasse, come fa sempre. Invece, per una volta, era proprio serio.
Così ad un dato momento mi sono messo il cuore in pace e ho smesso di cercare di capire qualcosa per la quale non c’è niente da capire.
La mia convocazione di sabato contro la capolista Nucia di Alicante non ha avuto grandi risultati personali. a parte il debutto casalingo per me, i minuti totali giocati sono ancora fermi all’ “atteso inatteso” di alcantarilla. Per lo meno mi sono visto da fondocampo una partita molto bella con gli avversari davvero in gamba, organizzati e con una corsa che ancora non avevo visto da queste parti. Anche noi niente male ma una marea di errori sotto porta, come da copione.
Per questo sabato invece me ne starò a riposo. Si gioca ad alboraya, praticamente attaccato al mio attuale appartamento. I neopromossi valenciani contano su un portiere che ha militato in liga de honor, un certo manu, che giocherá come portiere di movimento tutta la partita e un certo M-siete, un certo mario, laterale driblomane che chiamano così penso in onore di un robot.
Mercoledì ho portato un po’ di pane e salame all’allenamento per festeggiare il mio debutto di qualche settimana fa e approfittando di una visita dall’italia con tanto di doni dalla cucina reggiana. I miei compagni hanno apprezzato molto applaudendo a lungo quando mi hanno visto intento a tagliare le fette di questo strano insaccato che essi chiamano salami. Sì perché la e finale proprio non gli riesce. Come del resto non sono in grado di dire Massimiliano, ma solo Macsimiliani.
Pane e salame credo mi abbiano fatto guadagnare un sacco di punti e si moltiplicano le manifestazioni di stima e di affetto nei miei confronti. Tanto che in allenamento ogni mio gol o bella giocata sono celebrate con entusiasmo da molti compagni e quando non sono convocato c’è tutto un cordoglio intorno a me e una specie di lamento rispetto ad una ingiustizia subita. Del resto Juanma, il mio portiere argentino, ha letto bene la situazione: “sei in una situazione di merda. Io non so cosa puoi fare di più, stai fuori solo perché sei la persona più facile da lasciare fuori!”. Capisco molto bene che lasciare fuori qualcuno per dare uno spazio a me sia molto complicato. Qui ci sono molti rapporti di amicizia, due campionati vinti inaspettatamento negli ultimi 2 anni, un certo grado di riconoscenza verso chi magari non sta rendendo molto, 15 giocatori alla pari. Il mio problema non è di avere qualcosa in meno degli altri, semmai è di non avere qualcosa eclatantemente in più. E devo contruire una reputazione e una fiducia intorno a me lavorando pezzetto per pezzetto, con piccoli gesti e una pazienza orientale.
In questa lotta continua con me stesso e con i fantasmi dell’italia che mi tentano come le sirene di Ulisse, trovo momenti di pace in cui penso che vada bene anche così e che tutta questa assurda situazione mi stia temprando molto e che a qualcosa tutto questo servirá. Sinceramente già il fatto che un compagno mi dica che la squadra mi stima molto come persona per quello che faccio non è una cosa da poco.
Questa cosa mi ha fatto pensare a quello che resta alla fine di ogni anno di sport. Di tutte le cose che l’estate si porterá appresso nel dimenticatoio collettivo, questa me la terrò stretta stretta nel cassetto delle cose preziose.
3 al giro di boa.
Vamos M-siete!

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