V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

domingo, 29 de noviembre de 2009

v como virus



Secondo rientro in italia e secondo post italia a valencia. Questo giro ci siamo portati una buona dose di stanchezza e un simpatico virus che ha inchiodato al letto la benni da quando è scesa dall’aereo. Sono stati giorni intensi anche se in modo diverse per me e per la benni. Io me ne sono stato qualche giorno a milano per fare un corso (quelle solite cose da pazzoidi che solo gli psicologi possono continuare a fare!) e reggio me la sono vista di corsa per san prospero e poco più. la benni invece ha fatto un full immersion reggiana fatta di colazioni, pranzi, merende e cene con amici e parenti.
Come giá altre volte, abbiamo potuto costatare come reggio presa a piccole dose sia una cittá graziosa e che alcuni cibi sono ormai entrati all’interno del nostro codice genetico e, come i più dipendenti dei tossicodipendenti, non possiamo esimerci dall'avviare salivazioni incontrollate di fronte al parmigiano, ai cappelletti, alla pizza e così via.
Altra conferma è il fatto che avere poco tempo aiuta ad essere più essenziali nelle cose e a vivere in modo più intenso gli incontri con le persone. Paradossalmente la distanza fisica sta diminuendo quella che abbiamo con le persone. Questa storia della distanza ha cambiato anche altre cose ed oggi mi sento molto strano quando per me sembra uguale essere a valencia, milano o reggio emilia, come se fossero 3 quartieri di una stessa cittá. La mia mappa mentale è davvero diversa, così come la percezione degli spostamenti, della patria e dell’estero. Anche il tempo ha assunto ritmi e scansioni molto diverse e continuamente è sottoposto a mutamenti fatti di accelerazioni, rallentamenti improvvisi. Alterniamo periodi in cui tutto si dilata ad altri in cui si rintringe. In generale questi rientri assomigliano molto ad una sorta di immersione in una bolla di tempo che non saprei dire se lenta o veloce, sicuramente è un tempo a parte.
Abbiamo vissuto in presa diretta la differenza di clima. I portelloni dell’aereo all’andata così come al ritorno hanno mostrato nella sua chiarezza i 10 gradi di più che ci sono da questa parte del mediterraneo. Allo stesso modo in cui abbiamo sentito la differenza che c’è nel non vedere per una intera settimana il sole. Partendo da bergamo nel mezzo della nebbia ho potuto costatare, passandoci attraverso, i due megastrati di nubi che separano il norditalia dal sole: sembrava (per quelli che lo hanno visto) una scena di matrix 3.
Tornando a casa in metro i valenciani mi guardavano come un essere strano così imbaccuccato nel mio maglione, sciarpa di lana e giaccone da montagna. Loro che al massimo avevano una felpina, se non proprio una camiseta estiva.
Rispetto a settembre abbiamo progetti meno ambiziosi e forse una maggiore pace rispetto ai prossimi passi futuri. Come una sessione di cabaret continua il rimpallino con l’isep clinic, il centro che mi ha offerto un lavoro, poi non più, poi di nuovo forse, poi magari ci sentiamo, poi niente ancora. Mi sono ritrovato un messaggio in segreteria per fare un’altra entrevista ma penso che lascerò perdere perché di follia siamo giá a tope anche senza l’isep.
Dall’italia si muove qualche timida possibilitá di lavoro a distanza approfittando della mia nuova attitudine a volare e delle a volte imbarazzanti offerte ryanair.
Ci hanno chiesto che facciamo lì a valencia, che programmi abbiamo per il futuro, quando torniamo e quando pensiamo di mettere la testa a posto. Sì perché va bene tutto ma non ad un certo punto bisogna tornare coi piedi per terra. Il gioco è bello finchè dura poco. Ci siamo trovati molto in difficoltá nell’offrire risposte a queste domande, un po’ perché non le abbiamo, un po’ perché forse quelle poche che abbiamo non sono ancora abbastanza chiare da essere condivise. Nel complesso possiamo dire che stare qua abbia un effetto molto salutare, come una specie di cura giornaliera che ci rende ogni giorno più padroni della nostra vita. Certe cose prendono senso solo guardandole da una particolare prospettiva che mi rendo conto non sia facilmente accessibile da fuori, come del resto non lo è sempre neanche da dentro. Valencia o non valencia qualcosa è cambiato e tutto si sta aprendo in un modo nuovo dinanzi ai nostri occhi. L’esigenza più forte è quella di ritrovare, in qualcunque posto sia, un modo di vivere che sia più naturale di quello a cui siamo abituati, dove il tempo non sia una cosa che manca ma un ritmo in cui stare. Dove ci sia lo spazio per incontrarsi e non solo per sfiorarsi in superficie, dove ci sia la possibilitá di sentirsi parte di qualcosa di più grande e non dispersi nel caos.

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