V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

jueves, 5 de noviembre de 2009

sere nere


È un periodo piuttosto difficile questo per le mie vicende sportive. Dopo la mazzata del tesseramento prima ok poi di nuovo da rifare, le cose sono precipitate con una serie di vicende, a volte si tratta solo di piccoli dettagli che però messi uno sopra l’altro mi hanno messo ko.
Infatti dopo la notizia che avevo bisogno di fare validare il mio documento di identitá da un notaio, mi sono demoralizzato per qualche ora ma poi di buona lena mi sono cercato il nome di uno studio notarile, ho preso un appuntamento telefonico e mi sono andato a far compulsare, naturalmente a mie spese, la carta d’identitá. Convinto che questo bastasse ho portato l’ennesimo documento al mio allenatore. Con lui c’è poco dialogo, ma oltre questo c’è anche poca intesa. Fatto sta che il giovedì successivo al momento delle fatidiche convocazioni scopro che la mia ficha aun no está e che mi ficha es como acuella de cristiano ronaldo. Senza alcuna ulteriore spiegazione (è impossibile averne senza generare il caos in questa societá) me ne torno a casa molto abbacchiato e per la prima volta decido di non andare a vedere la squadra al sabato. Tra l’altro una cosa molto comune, ma che per me significa un po’ prendere le distanze da una situazione che mi ha molto stancato. La partita, mi raccontano, finisce 3 a 3 fuori casa, prendendo gol a un secondo dalla fine con un tiro da metá campo deviato da un nostro difensore. A parte questo scopro con mio grande piacere che un ragazzo della squadra si è presentato al pulman ancora parecchio provato dalla serata loca del venerdì vomitando bellamente alla faccia di chi poi non avrebbe giocato.
Decisamente le regole qui sono saltate e la lista delle cose che mancano comincia ad essere molto lunga. Non si tratta solo di acqua, casacche, abbigliamento, denaro, qui è in ballo la coerenza e l’affidabilitá di chi dice una cosa e poi la fa. Forse è una questione particolare legata a questa squadra, forse ci sono alcune cose che riguardano un altro modo di vivere lo sport e l’organizzazione del modo di stare insieme. Fatto sta che, non solo per me, le cose cominciano ad essere pesanti. La settimana precedente tra l’altro, giusto per completare il quadro, c’è stata una riunione straordinaria con il direttore sportivo per discutere di una voce circolata nello spogliatoio riguardante il nuovo giocatore arrivato dalla serie A. a dispetto di tutti i proclami più volte sbandierati sul fatto che nessuno prende una lira, è venuto fuori che come al solito ci sono le eccezioni alle regole assolute e che per alcuni i soldi ci sono. Si tratta di cifre che oserei dire simboliche ma è interessante notare come anche in spagna le cose che ti fanno venire voglia di smettere di giocare sono tante, in primis le balle e la faccia tosta di chi le racconta e poi le difende. Comunque il tutto si è risolto a tarallucci e vino alzando un po’ la voce e zittendo un gruppo di ragazzi che chiedeva spiegazioni dopo essere stato a disposizione di questa societá a gratis per circa 15 anni!
In mezzo a tutto questo marasma qualcosa di buono c’è stato. Il mister ha accolto l’invito di alcuni a provare ad ampliare il nostro modo di giocare inserendo qualche giocata per il pivot, alternando così il 4 a 0 che finora non è stato molto fruttuoso in termini di risultati. La cosa interessante è che basta cambiare modo di giocare per ribaltare i valori in campo e così anche io mi sono ritrovato a gestire pallone e movimenti in maniera molto diversa, naturalmente sempre nello stupore generale di chi ancora non è riuscito a capire se sono buono o una schiappa. Abituati a giocare a 4 alcuni sono un po’ impacciati e su questa maniera di giocare credo che forse in italia siamo un po’ più avanti e la giocata del rotondo, che qui ignorano, mi sembra ancora nel complesso la più efficace.
È stato un periodo molto tosto e sono stato davvero ad un passo dal mollare tutto e tutti. C’è una passione molto forte che mi sostiene in questi momenti, nei miei ritorni a casa in bicicletta a mezzanotte con lo zainetto sulle spalle, nel mio sentirmi trasparente e a volte invisibile nonostante tutti gli sforzi fatti che sembra ogni volta di dover ripartire da capo.
Oramai mi aspetto di tutto e questa esperienza, la vedo aperta a tutti gli epiloghi possibili. Sabato comunque vada, dopo la partita vado a vedere la squadra di A2 che gioca in casa dopo di noi. Sono curioso di vedere questi mostri. Poi vi aggiorno.
Infine in bocca al lupo a tutti. Seguo le vostre vicende, i vostri alti e bassi. Un po’ mi mancano certe cose che erano diventate piccoli rituali, le telefonate dopo la partita, i risultati delle altre, la pizza a metá settimana, i soliti discorsi e i soliti racconti giá fatti un milione di volte, gli stessi problemi sempre uguali a se stessi nonostante gli anni e le squadre. Però da un altro punto di vista non mi manca l’essere lì, forse sto cercando qualcosa di diverso che questo sport non mi può più dare.
Si avvicina a grandi passi il momento dei saluti.

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