V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

martes, 3 de agosto de 2010

valencia planet


Dopo 10 mesi di vita a valencia mi piacerebbe mettere giù una mini guida per la città basandomi sull’esperienza diretta. Una serie di indicazioni semplici e sperimentate, poi per gli approfondimenti le guide ufficiali non mancano. Valencia è una città piuttosto grande, la terza della spagna con circa 700 mila abitanti. Nonostante questo è una città a misura d’uomo, con un centro storico facilmente visitabile a piedi e coi mezzi pubblici che funzionano bene e nel giro di 30 minuti ti portano più o meno dappertutto.

La città in origine dava le spalle al mare, orientata com’era più verso la campagna, cioè l’interno della spagna, che non verso il mediterraneo. Negli ultimi 30 anni una mostruosa speculazione edilizia ha allargato le dimensioni della città che man mano ha fagocitato tutti i paesini limitrofi, compreso quello del mare. Per questo è facile, avventurandosi nella periferia, ritrovarsi all’improvviso dentro piccoli borghi con costruzioni di altri tempi (sembrano le casette dei film ambientati in messico) attorno ai quali svettano le monotone costruzioni moderne. Benimaclet, il quartiere universitario nella parte nord della città, è un esempio lampante di ciò, ma lo stesso si può trovare in quasi tutti i vecchi paesini di campagna. Tra parentesi a benimaclet c’è il kebab più buono del mondo, di fronte alla fermata della metro di machado. I pakistani che lo gestiscono vi stupiranno per prezzo, quantità e gusto.

Dal centro il mare dista circa 5 kilometri. non esiste più lo stacco tra la città e il quartiere marittimo del cabanal poiché nel tempo gli spazi vuoti di campi e campi sono stati riepiti da strade e palazzoni. La via blansco ibanez è un esempio lampante. Su questa via ci sarebbe una lunga storia da raccontare che oggi a valencia sta creando non pochi problemi rispetto al tentativo dell’amministrazione di destra di creare un collegamento diretto con il mare abbattendo buona parte del vecchio quartiere. Il degrado che si può incontrare passeggiando lungo questo tratto del cabanal è tutt’altro che casuale, ma frutto di una consapevole decisione politica che ha lo scopo di rendere più semplice la demolizione di molte case antiche. Quindi i gitani vengono usati come spot per la demolizione.

Il mare non è eccezionale. C’è un grande spiaggione tipo spiagge sull’atlantico, pochi ombrelloni sparsi qua e là ma nessuno stabilimento secondo il modello della nostra riviera. D’estate è presa d’assalto da maree di turisti stranieri e spagnoli e da tutti i valenciani. L’acqua è pulita (a parte nel tardo pomeriggio dei week end dopo l’invasione) anche se il fondo di sabbia scura non le rende molto giustizia e il colore è piuttosto anonimo. Una piccola curiosità è la presenza di pesci volanti a poche centinaia di metri dalla costa. Se si vuole un panorama diverso si può arrivare con un autobus alla spiaggia di el saler, una decina di kilometri a sud. È un parco naturale all’interno della protezione del grande lago di valencia (chiamato l’albufera, cioè lago dolce). La spiaggia è lunghissima e piuttosto tranquilla, frequentata prevalentemente da nudisti e coppie gay, ma senza nessun problema per chi invece vuole stare in costume ed essere eterosessuale. Un giro a el saler vale la pena anche solo per la passeggiata per arrivare al mare, tra dune di sabbia e laghetti.

Tornando al mare cittadino il grande spiaggione si divide il 3 parti, quella più vicino al porto è las arenas (nei pressi del circuito di formula 1), quella centrale super affollata che si chiama malvarrosa e la parte più alta (proseguendo verso nord oltre il ponte sul canale) un po’ più tranquilla detta la patacona.

Mangiare nei pressi del mare è naturalmente molto caro e vale la pena di portarsi dietro qualcosa e fare un picnic. I mercadona e i consum si sprecano nella città e hanno prezzi molto buoni. Anche i verdurai (come quelli dell’hyperfruit) permettono di comprare frutta di tutto il mondo a prezzi più che competitivi.

La zona del mare è diventata molto turistica e vi è un grosso giro di affari rappresentato soprattutto dagli investimenti fatti sul gran premio e sulla vela (america’s cup). Per questo è possibile vedere zone lussuose alternate da catapecchie cascanti che prima erano un po’ la normalità.

Assolutamente occhi apertissimi in spiaggia: mai lasciare incustodito nulla, furto assicurato. È una zona tutto sommato tranquilla ma comunque occorre tenere gli occhi aperti, soprattutto se si ha una bici occorre stare molto attenti a dove la si lascia e chiuderla con almeno 2 catenacci ben fissati ad un palo. Il discorso della bici vale per tutta la città. L’affluenza massiccia di studenti degli ultimi anni ha creato un vero e proprio business di bici rubate e rivendute al mercato nero, più o meno come a bologna da noi.

Spostandosi in centro direi che d’obbligo è la visita al parco cittadino all’interno del letto del fiume. Dopo l’inondazione degli anni ’60, il corso del Turia è stato deviato e nel vecchio letto è stato costruito un gigantesco parco di 10 kilometri pieno di aree sportive, angoli pic nic e una marea di gente che fa un po’ di tutto, dalla corsa, al ballo, alla musica, alle acrobazie. Una passeggiata almeno da metà andando verso il mare vale la pena concludendola con la visita alla città delle arti e della scienza di calatrava: una serie di maestose costruzioni dalle forme bizzarre che occupa un buon kilometro di spazio. Non vale molto la pena entrare dentro le strutture: tanto è incredibile la vista da fuori, come deludente il contenuto dei musei. Al massimo può essere carino un giro all’acuqario con tanto di spettacolo dei delfini compreso. Naturalmente anche qui occhio ai ristoranti e ai bar, supercari.

Il centro storico invece è un mix di cose belle e cose sgangherate. È ancora in atto una riqualificazione di molti quartieri quindi è facile imbattersi in case fatiscenti o in pezzi di case demolite e squartate. La zona turistica è quella che va da plaza del ajuntamento (piazza del comune) e risale verso plaza de la reina e della virgen. Nei pressi c’è la stazione dei treni che ha una struttura piuttosto originale.

Una visita alle due chiese principali non è male. Sicuramente vale la pena salire sul campanile (il miguelet): costa 2 euro e un centinaio di scale a chiacciola ma la vista in alto merita lo sforzo. Il giovedì verso le 11 c’è in piazza della virgen il tribunale delle acque che secondo una vecchia tradizione continua la sua opera di mediazione tra i contadini incazzati perché qualcuno ha fatto il furbo con l’irrigazione.

In piazza della virgen è facile vedere di sera giocolieri e skaters oltre agli immacabili venditori di birra sudamericani. Dalla piazza la vasca è calle caballeros, piena di locali e di gente che fa la spola. Mangiare qui è piuttosto caro anche se tutti i locali sono molto invitanti e forse una mangiata ce la si può anche concedere. Altrimenti con un kebab a 3,5 euro si può poi staresene seduti sui gradini della chiesa a godersi lo spettacolo nella piazza.

Il resto del centro si presta bene a gironzolare nelle viuzze e magari fermarsi a prendere una birra o una sangria con una tapas nei tanti tavolini all’aperto. Ed è così d’estate come d’inverno, infatti a valencia l’inverno non esiste e a parte qualche giorno di vento freddo si vive tranquillamente senza termosifoni.

Nei locali si può ancora fumare quindi se vi dà fastidio molto meglio stare all’aperto altrimenti accettare una costante nube tossica al bancone. Per terra nei bar è facile trovare cicche di sigarette a non finire e un po’ di sporcizia simbolo che il bar è ben frequentato e quindi appetibile.

Per il cibo occhio al mangiare tipico valenciano. Hanno una cucina molto pesante e buona quando è fatta al momento. Mangiare una paella riscaldata può essere molto deludente. In generale in centro nessuno vi può dare una paella decente. Forse il meglio lo potete trovare nel barettino ambulante davanti al mercado central che quantomeno la fa lui tutti i giorni con la ricetta originale. Per mangiarla come si deve bisognerebbe andare fuori città oppure c’è un ristorante in via primat reig (la clementia) che la fa piuttosto buona con tanto di cuoco visibile.

La paella valenciana è con il pollo e il coniglio (in origine si usavano le nutrie!). Se volete il pesce di solito dovete prenotarla (por encargo). Altrimenti tutto quello che trovate è più o meno quella di diego abantantuono in bustina.

Gli stessi discorsi valgono anche per le altre ricette tipiche come la fideua (paella con la pasta corta) e l’arroz al horno (riso al forno): decisamente non piatti estivi, buonissimi se appena fatti, deludenti se riscaldati. Un buon compremesso può essere farsi delle tapas, dalla classica tortilla di patate (frittatone alto), i revueltos di qualsiasi cosa (uova strapazzate), acciughe, sardine, cozze e telline. Molto tipici di valencia sono i vari insaccati (chorizo) simili a quelle del nostro sud. Occhio alla salsiccia nera (morcilla) che è fatta con il sangue di maiale, vale la pena provarla. Sulle tapas si va abbastanza sul sicuro. Si entra e al bancone si può vedere l’aspetto e scegliere direttamente. Poi si può mangiare alla barra (al bancone) o sedersi.

Il prosciutto è un’altra specialità spagnola ma difficilmente potrete permettervi il famoso patanegra dal prezzo proibitivo (100 euro al kilo al supermercato). Ma anche gli altri tipi di prosciutto tagliati grossi con il coltello fanno la loro figura. Altre tapas immancabili sono le patatas bravas, patate al forno o fritte con una maionese all’aglio e chechup: praticamente le vedrete su tutti i tavoli che incrociate.

Sempre in centro una visita carina è al mercado central, il più grande mercato coperto d’europa dove, dal lunedì al sabato (dal mattino fino alle 14) potete vedere un po’ di vita quotidiana spagnola e farvi tentare dai venditori di cibo. I prezzi sono un po’ più alti dei supermercati ma la qualità ottima.

Di fronte al mercado central c’è poi la loggia dei mercanti con visita gratuita: una specie di chiesa dei commercianti con un giardinetto interno e delle colonne su cielo (una volta) stellato.

Altro giro carino per il centro può essere la torre del quart, una specie di grosso torrione playmobil sul quale si può salire gratis e vedere la città. Meglio salire qui che sull’altra torre (los serranos) dove si paga qualcosa per entrare e sono praticamente uguali. Sotto a los serranos c’è un ristorante omonimo in cui non entreresti mai, ma che nel rapporto qualità prezzo è ottimo. Niente di figo, ma molto spagnolo.

Altro giro carino può essere il giardino botanico vicino alla torre del quart (costa 1 euro ed è una bella passeggiata).

Da provare assolutamente l’orxata, una bevanda dolciastra al sapore di mandorla (anche se senza mandorle) che troverete in tutti i bar e in alcuni venditori ambulanti facilmente riconoscibili. Ci sono anche delle orzaterie, le più famose sono in centro storico vicino a plaza della reina. Si può abbinare all’orzata un farton cioè una specie di panettoncino allungato da pucciare nel bicchiere.

Se si vuole invece l’orzata tipica tipica bisogna andare con la metro ad alboraya (dove coltivano le chufas) ed entrare da daniel. Per i gelati lascerei stare perché non è proprio il loro (così come per le pizze).

In centro vicino alle orzaterie c’è un piccolo mercatino un po’ nascosto che si chiama il mercado redondo dove si possono comprare dei tessuti lavorati a mano.

La zona commerciale è vicino alla stazione in direzione della fermata della metro di colon. Si trovano un sacco di negozi di moda ed altro e tutta la gigantesca catena del corte igles. Anche qui super turismo e prezzi alti.

Per girare la città, come dicevo, la metropolitana è più che sufficiente. Già dentro l’aeroporto è molto comodo prendere la metro che porta in città in una trentina di minuti. Il taxi è meglio di no, si rischiano cifre ben più alte dell’1,90 euro del biglietto AB.

La metro viaggia fino alle 22e30 durante la settimana e fino alle 24 nel fine settimana. Dopo ci sono i bus notturni che ogni 45 minuti vi possono portare un po’ dappertutto.

Il biglietto della metro si fa alle macchinette o dagli addetti alle casse (meglio fare un bonometro da 10 corse e ricaricarlo e con 6 euro e 50 si fanno 10 viaggi in piu’ pesone, infatti si può condividre lo stesso biglietto timbrandolo ogni volta per il numero dei partecipanti). Sull’autobus invece il biglietto si fa a bordo e costa 1.25. Altrimenti dai tabacchini si può prendere un bonometro da 10 corse che funziona come quello della metro e costa 6 euri (bello sconto!).

D’estate è facile trovare cose interessanti al mare, visto che la vita, soprattutto quella notturna si sposta lì, discoteche comprese. Possono esserci piccole feste, fuochi d’artificio, manifestazioni per famiglie.

Il momento più interessante per visistare la città sarebbe il mese di marzo in corrispondenza della festa di san giuseppe (las fallas), con la cittàa paralizzata per una settimana da botti, gigantesce statue di polistirolo a cui si dà fuoco per salutare l’inverno e dare inizio alla primavera. Una festa decisamente unica nel bene come nel male. Andare pronti a tutto.

Se si vuole fare una gita fuori città si può prendere il treno e andare a sagunto dove ci sono le rovine di un bellissmo castello, il paesino invece fa un po’ cagare.

Altra cosa carina può essere fare un giro al lago dell’albufera. Un giro in barca può essere carino ma molto costoso (anche 50 o 100 euro). Ma il panorama al tramonto è spettacolare e super-romantico. Intorno al lago poi si possono vedere le enormi distese di riso e un po’ più verso il centro le piantagioni di arance. Ma senza macchina è un po’ difficile addentrarsi nella campagna e forse ci si può limitare a vedere il paesaggio dall’aereo.

Noterete che a valencia i cartelli sono scritti in 2 lingue. La prima è il valenciano (vera lingua ufficiale), la seconda è il castellano. Tutti parleranno entrambe. Per l’inglese invece noti dolenti. Ma lo spagnolo è piuttosto semplice per un italiano e più o meno ci si riesce a capire anche parlando le rispettive lingue. Si capirà velocemente quello che gli altri dicono (basta che parlino non troppo rapidamente), parlarlo invece risulterà complicato: provare per credere. Nel dubbio comunque meglio dire la parola in italiano che tra castellano e valenciano in qualche modo ci si intende essendoci un sacco di parole in valenciano che sono praticamente uguali alle nostre.

Un piccolo vocabolario italiano-spagnolo potrà essere comunque di aiuto.

Per dormire dipende un po’ dai gusti. In pieno centro c’è un ostello molto caratteristico (el rincon), anche se molto spartano, dove si può respirare un po’ di aria valenciana, compreso il gestore che fa merenda con formaggio e salume.

Per telefonare decisamente non conviene usare il cellulare. In piazza dell’ajuntamiento vi è un locutorio telefonico dove con poco si può chiamare sui fissi. Altrimenti nei diversi internet point (specie quelli frequentati da stranieri) si hanno delle tariffe interessanti.

Per mangiare vale la regola delle 2 ore posticipate, quindi pranzo non prima delle 14 e cena non prima delle 22. poi si può trovare anche chi vi serve prima ma non stupitevi alle 9 di sera di trovare molti locali ancora chiusi. A metà mattina vale la tradizione dell’almuerzo, cioè un piccolo prepranzo di solito con panino e birretta o caffè con leche (a mio parere imbevibile, simile al caffè americano, niente a che vedere con quello italiano). Non cercate il cappuccino in spagna, ne rimarrete sicuramente delusi. Piuttosto se vi capita meglio optare per la cioccolata calda con i churros, una maialata dolce e fritta che a valencia soprattutto va molto di moda. Non cercate nemmeno paste ripiene di marmellata: per uno strano gioco del destino a valencia è impossibile trovarle. Nei forni si possono assaggiare le empanadillas, specie di panzerotti ripieni di verdure, tonno e carne o il tipico biscocho, una torta da merenda che gusta sempre.

Un’altra specialità è la sobrasada, una salsa di mayorca da provare ma che è meglio non sapere cosa c’è dentro. Se si vuole girare per musei c’è una buona scelta e prezzi super vantaggiosi, spesso anche gratis come il meseo delle belle arti. Interessante un giro al muvim con le mostre di arte moderna.

Valencia è una cittàa carina. Di certo non ha lo splendore di venezia, parigi o londra ma ha i suoi angoli e la sua personalità da scoprire.

Buon viaggio.

lunes, 26 de julio de 2010

mezz'estate in svezia

miércoles, 21 de julio de 2010

irlanda

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