V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

domingo, 29 de noviembre de 2009

L’atteso inatteso


Ci sono voluti 3 mesi e una settimana e ben 11 partite di campionato ma alla fine ho segnato il mio ingresso ufficiale nel futbol sala spagnolo. Come spesso accade in queste occasioni la possibilitá di mettere un piede in campo in una partita ufficiale è giunta nel momento meno atteso, a cavallo di un mio viaggio in italia e quindi con una settimana di allenamenti un po’ discontinua. Ma sará che qui in spagna le cose non seguono le stesse logiche a cui ero abituato. Anzi non le seguono proprio.
Credo resterá indelebile nella mia memoria il momento in cui, prima della partita, il mister dá i 5 di partenza: chuchi, pitu, macsi, sergi y tomi. E io che non capisco bene. Mi sembra di aver colto il mio nome ma non se sono sicuro. Poi vedo i miei compagni avvicinarsi a darmi un cinque e a dirmi: vamos macsi! Tranquilo! E allora capisco.
Tutto si sviluppa in pochi minuti e mi ritrovo in campo da “titolare”, come ai vecchi tempi e come non mi capitava da parecchio, più o meno dall’ultima partita di campionato ad ascoli con il forlì, 18 aprile scorso. 7 mesi abbondanti che mi sono ripassati in un lampo davanti agli occhi, in tutta la fatica e l’ostinazione messa pezzettino dopo pezzettino, giorno dopo giorno, fino ad essere lì davanti al calcio di inizio di deportivo alcantarilla-levante.
Pero, vamos por partes: ma andiamo per ordine.
La trasferta in quel di alcantarilla è una di quelle esperienze da togliere la voglia di essere uno sportivo a chiunque. Alcantarilla è una cittadina nei pressi di mursia. Più o meno 3 ore di autobus a sud di valencia. Partiti alle 13e30, un po’ autostrada, un po’ superstrada, un po’ strade normali, un viaggio interminabile. Tutti i gadget e tutte le migliori strategie per far passare il tempo sono state vane e già il solo viaggio di andata è stato davvero una prova notevole. Forse sará il tipo di pulman, forse sará la guida sportiva dell’autista ma di fronte a questo viaggio wolkman , libri, dormite, chiacchiere, fumetti, meditazioni non sono serviti a un granchè.
Pranzo a metá viaggio con panino comprato al bar davanti al ritrovo e consumato per terra nel piazzale dell’autogrill. Per questo giro abbiamo cambiato gusti: salsiccia e patate o bistecca di maiale e patate. Incredulo, come ormai non dovrei più essere, mi prendo il mio pacchetto bisunto e mi metto per terra a mangiare. Da bere coca cola per tutti. Per finire qualche banana per chi la vuole.
Forse anche questo modo di mangiare non aiuta. Arriviamo al campo alle 17e10. si gioca alle 18. una sigaretta per i fumatori poi ci accorgiamo che il campo è sbagliato. Intanto il pulman è scomparso: l’autista se ne è andato al bar. Recuperiamo a distanza di un kilometro autista e pulman e andiamo alla ricerca di un altro pavellon (palazzetto) con le incerte indicazioni del barista. Arriviamo a destinazione alle 17e30. ci cambiamo veloci e facciamo un riscaldamento piuttosto frettoloso. La mia testa sta esplodendo, ho una specie di nausea post viaggio e una fame che non ci vedo. Poi nello spogliatoio avviene il miracolo che vi dicevo. Raccolgo tutte le mie residue risorse e riesco a confezionare 5 minuti e mezzo di discreta qualitá, poche sbavature, cose semplici, difese e movimento. Purtroppo un’autorete di un compagno e un gol raccambolesco in mischia davanti all’area danno il doppio vantaggio agli avversari e si chiude qui la mia prima a teatro.
Credo che anche i miei compagni abbiano risentito del viaggio tanto che la partita finisce 5 a 2 accompagnati dalla tromba dei tifosi avversari che celebrano il nostro funerale: qui in spagna sono piuttosto goliardici in fatto di tifo!
Tutti a casa e altre 3 ore disperanti di pulman. I miei compagni si gettano sui sacchetti della merenda con tutte le più grandi schifezze possibili, dalle ciambelle americane, ai panzerotti di pisto (pomodoro, tonno e cipolla), ai grissini al formaggio. Io mi rifugio anche nel ritorno nel panino maiale e patate, proprio per non vomitare. A metá strada facciamo pausa pipì in un autogrill dove sono annidati i tifosi del levante calcio che ci guardano entrare con aria indagativa vedendo le tute e il simbolo del levante ma non capendo chi siamo. Ma a parte qualche sguardo curioso, nessun autografo, nemmeno questa volta. È stato carino pensare che quel centinaio di persone fossero i nostri tifosi e vederli con le stesse maglie che usiamo per giocare.
Durante il viaggio c’è il tempo di festeggiare il gol di villa contro il mayorca e di smadonnare im spagnolo per il rigore contro a 10 dalla fine: qui il tifo è una cosa seria, una questione di cuore!
Arriviamo a valencia alle 23e30 e di me non è rimasto più nulla. Vado a prendermi l’autobus in plaza del ajuntamiento per tornare a casa e sento l’arietta pungente dell’inverno che ha fatto capolino anche da queste parti, 28 novembre. Varco la porta di casa a mezzanotte passata per una 11 ore complessiva di trasferta. Mi porto a casa questo debutto inaspettato ma per il quale ho esperato tanto. Ha avuto un prezzo alto ma la sensazione è stata molto bella. Il mister ha detto che sono andato bene anche se penso di poter fare qualcosina di meglio.
4 partite al giro di boa.

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