V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

miércoles, 18 de noviembre de 2009

V DIAS - V de v doble v doble v doble

Ieri sono stati 5 mesi di spagna. 17 giugno, 17 novembre. Passati veloci, passati che neanche ce ne siamo accorti. Da un certo punto di vista passati anche giusti.
Comincia ad essere un buon pezzo di strada per capire qualcosa di più di quello che saranno i mesi a venire. Messo da parte il lavoro (la situazione è piuttosto grigia anche da queste parti e le possibilitá apparse all’orizzonte qualche tempo fa sono sfumate nell’attesa).
Messa da parte l’idea di ricostruire qui quello che avevamo in italia (con un appartamento tutto nostro con le tante comoditá di cui ci eravamo circondati).
Messa da parte l’illusione di trovare qui un paese migliore del nostro (per poi ritrovarci nello stesso sistema nel quale siamo tutti assorbiti, qui a valencia solo qualche anno in ritardo rispetto all’autodistruzione di reggio emilia, ma stanno correndo veloci verso lo stesso baratro).
Si apre l’idea di lasciarci un po’ andare alla corsa degli eventi e restare in attesa.
Stiamo riscoprendo nell’apparente nulla e nell’inutilitá produttiva delle nostre giornate tante piccole cose preziose, dal pulire la verdura, al fare il pane in casa, a coltivare l’insalata, a passeggiare, mangiare con calma, cucinare insieme, sperimentare percorsi nuovi, viaggiare, a prenderci il tempo per pensare, per fare tutte quelle cose che avresti voluto fare ma per mille ragioni non riuscivi. Sono 5 mesi che ogni settimana scriviamo di quello che ci sta succendendo e anche questo è un regalo grande.
In questi ultimi giorni sono successe tante cose ed è difficile metterle in fila in un post senza rischiare di perderne la bellezza.
Siamo stati nella fattoria di un nostro amico valenciano a piantare cipolle e insalate, a togliere erbacce, mettere in ordine una campagna inordinabile, a gestire 25 bambini incontrollabili in mezzo a cani, gatti, cavalli, biscotti, panini, dettati in valenciano, galline, domande, risposte, professori pazzi, domande incomprensibili, zucche, canzoni arabe, sguardi sorpresi perché sei italiano e ad un bambino sembra incredibile, peperoni da tagliare, patate da sbucciare, farina da amalgamare, mandarini e arance da tutte le parti, albe e tramonti da contemplare stupiti come se fosse qualcosa di raro, mani screpolate, letti improvvisati, campi sterminati.
È stato bello sperimentare un altro modo di vivere, un altro ritmo per certi versi tanto naturale quanto innaturale. In un paesino a 20 kilometri da valencia dove davvero ti devi ingegnare per non essere risucchiato al suo interno, nella sua dimensione un po’ stretta e per certi versi desolata. e allo stesso bellissima quando riesci a isolarti da tutto il resto e il perimetro del tuo sguardo è l'orto dove cresce qualsiasi cosa.
Sono stati giorni belli, di un sole quasi estivo, 26 gradi, maglietta corta, pantaloncini e sandali per questa assurda metá di novembre. E in effetti non ci credevo ma il clima ha la sua importanza, quando ancora ti sembra che l’estate non sia mai passata del tutto. E ogni mattina guardi per aria e vedi azzurro e neanche una nuvola. O devi decidere se ci sta di andare a fare un giro al mare di mercoledì.

Stiamo pensando se possa fare per noi vivere qualche mese in campagna e spostare radicalmente le nostre prospettive verso un orizzonte sostanzialmente nuovo che ancora non sappiamo bene dove porta.
Ieri sera siamo stati ad un laboratorio di riparazioni di biciclette talmente disorganizzato da non sembrare vero, con la televisione locale a fare interviste e noi a dire che non capiamo lo spagnolo perchè la tv mette sempre soggezione. Avvita qui, stringi lá, e poi il nostro improbabile capo meccanico che dice davanti alla telecamera sollevando una catena arrugginita da bicicletta: questa è l’unica catena che dá la libertá! In effetti non è male essersi svincolati dalla macchina e pedalare avanti e indietro per queste strade confusionarie di valencia. Ogni viaggio costa fatica, ti senti un po’ limitato nei tuoi orizzonti spaziali, in questa incessante ossessione perché non ci freghino le 2 sgangherate biciclette di super seconda mano. Ma è anche piacevole sentirsi svincolati da tante altre cose e accorgersi che se la benzina sale non ha più tanta importanza.
Ci sono giornate in cui il rumore del computer ci accompagna, quella specie di condensato dove tutto si può trovare e che tutto ciò che serve può contenere. A vedere che succede in italia, ad organizzare spostamenti, nuovi progetti, piani più o meno scollegati dalla realtá, a scrivere, a parlare con questo e con quello, a vedere film, ascoltare canzoni.
La prossima settimana torniamo in italia qualche giorno a vedere l’effetto che fa.
Portando dietro il cappottone e un pezzettino diverso di noi da condividere.

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