V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

lunes, 5 de octubre de 2009

v como versar

E’ finito anche settembre e ci addentriamo nell’autunno spagnolo. Dopo una serie impressionanti di acquazzoni (ho imparato anche un detto di qui anche se fa riferimento alla pioggia di aprile: abril, aguas mil!) è tornato il clima mite. Siamo tornati in spiaggia con tanto di bagno e una bella sensazione mista tra il turista e paraculato che si può permettere una giornata al mare anche durante la settimana.
In queste due settimane di ritorno dall’italia sono successe un sacco di cose.
Ci hanno dato una risposta per il volontariato dopo circa mesi di incontri e proposte. Nel giro di una decina di giorni quindi sia io che la benni potremo finalmente lavorare gratis, ma è stato davvero molta dura riuscirci! La benni lavorerá al suo progetto BICICLAR mentre io dovrei fare qualcosa nell’osservatorio dei migranti, uno sorta di ufficio ricerca dell’associazione ceimigra.
Ho anche una specie di colloquio con una collega psicologa di valencia che ha risposto ad una mia mail in cui cercavo qualcuno che mi spiegasse come funziona la psicologia a valencia. Mi ha chiesto anche il curriculum in spagnolo. Vediamo cosa ne viene fuori. Probabilmente né io né lei abbiamo capito che tipo di colloquio sará.
Abbiamo sperimentato l’incontro del mercoledì sera con i ragazzi di couch surfing, una scusa per incontrare gente nuova al bar per fare 2 chiacchiere davanti ad una birra dicendo di praticare le rispettive lingue materne. Si parla molto in spagnolo, un po’ anche in inglese per i nuovi arrivati, poi è tutta una serie di informazioni pratiche e di discussioni più elevate rispetto al fatto di ritrovarci in tanti lontani da casa alla ricerca di qualcosa che nessuno ha ancora messo molto a fuoco.
Ho inteso che c’è un disagio piuttosto diffuso che non è solo italiano ma abbraccia un po’ tutto il mondo, perlomeno la turchia, la russia, la svezia e la spagna, solo per citare le persone con cui ne ho parlato. Mi sono sentito un po’ meno solo.
Venerdì siamo andati al critical mas, il blocco del traffico in bicicletta: sempre un’esperienza molto carina con un’oretta di giro in bici in 300 ad urlare gli slogan in rima per fomentare l’uso della bici: no contamina, ni gasta gasolina; carril bici ya, por toda la ciudad; salvamos el planet, iendo en bicicleta! Gli automobilisti bloccati in colonna ringraziavano ringhiando dall’abitacolo e clacsonando a ripetizione.

Abbiamo anche ritrovato un po’ di amici dopo un lungo periodo di buco ricostruendo un po’ le nostre pubblic relation valenciane. Un paio di amici li abbiamo perduti, di ritorno in italia dopo il periodo di stage in spagna. Li abbiamo lasciati con una cena e la promessa di andarli a trovare nella loro bellissima ma molto incasinata calabria.
Ho sperimentato anche un incontro di meditacione gratuito organizzato da un’associazione pseudospirituale ma il risultato è stato un po’ scarsino. Più che una meditazione è stata una fola di luoghi comuni sul prendere il buono anche dalle cose male, che è possibile cambiare le nostre abitudine basta capire cosa vogliamo cambiare, che bisogna credere in quello che facciamo e fare un passo alla volta. Ho fatto una grande fatica a restare sveglio mentre scorreva la musica portoghese e fissavo il punto di luce nel quadro alla parete vicino alla gigantografia del santone di riferimento. Nel momento di discussione me ne sono stato muto ad ascoltare i vari interventi dei presenti: nella vita si può cambiare, è bello cambiare, è difficile vedere le cose buone nelle cose male. Vabbè. È stato un esperimento. La prossima settimana c’è la conferenza dal titolo: l’arte di adattarsi!
Il nostro coinquilino è partito per il venezuela dove non tornava da 5 anni, mentre l’altro ha trovato da lavorare in una scuola di idioma.
C’è molto movimento insomma, dopo un’estate in cui tutto si è bloccato fino all’arrivo delle pioggie. Poi come di incanto tutto ha ripreso lentamente a procedere con una sorta di pseudonormalitá. Naturalmente la normalitá spagnola è molto più confusa e rilassata di quella a cui eravamo abituati a reggio emilia e quindi dobbiamo farci un po’ l’abitudine.
Infine ho partecipato al primo botellon: la pratica di comprare da bere al supermercato e poi bere per strada, tra la’ltro vietato dalla legge ma praticato da tutti. Carino, anche se alle 3 quando sono tornato a casa mi hanno guardato un po’ straniti pensando che ci fosse qualcosa che non andava: qui la serata normalmente finisce alle 7 del mattino successivo! Decisamente un po’ fuori dalla mia portata.

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