V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

sábado, 29 de agosto de 2009

pretemporada

Dopo i deliri estivi e la cronaca delle mie vicende sportive apro ufficialmente la sezione di aggiornamento di futbol sala 2009-2010. Come sempre vale la regola che per le persone sane di mente si tratta di una sezione poco interessante, mentre per gli altri “benvenuti”.
Il titolo “el transalpino” deriva dall’articolo di giornale del mese scorso in cui venivo presentato al pubblico valenciano con questo aggettivo che mostra in modo lampante la relativitá dei punti di vista e anche la fantasia della stampa iberica.
simbolo del levante

Lunedi’ 24 ho cominciato la mia avventura con il levante-dominicos, squadra neopromossa e neofusa con il levante calcio per motivi di “pasta”, cioè di soldi.
Nonostante questo, il tema dei soldi risulta centrale per cercare di capire tutte le differenze che ho trovato fin qui nel mondo del futobol sala. O almeno, finora ho cercato disperatamente di trovare una chiave di lettura che giustifichi alcune cose un po’ strampalate. Fermo restando che non si possono fare generalizzazioni a tutto il calcio a 5 spagnolo.

L’allenatore Raimundo mi passa a prendere nel tardo pomeriggio di lunedi’: destinazione pista de atletismo de el saler. Mi presento da buon straniero in infradito classico e tenuta estiva con occhiali da sole e barba incolta. Mi sono sentito nel mio piccolo un po’ brasiliano, ma solo per pochi minuti!
Incontro i miei nuovi 16 compagni dai nomi incomprensibili: chapu, chuchi, porku, gille, maui…
Poi bilancia per tutti, discorso di presentazione del mister che introduce i 5 nuovi tra cui me: non sono capaci di dire max quindi da oggi la mia nuova identitá è macsi.
Finiti i preliminari, fatta qualche foto di rito si comincia a sudare. Facciamo un riscaldamento ognuno come gli pare (2/3 minuti in stile torneo estivo) e poi test di cooper: non lo facevo da 10 anni!
Bastano pochi giri per capire che i miei compagni non stanno un granchè fisicamente (io mi accodo a quello che va piu’ veloce di tutti, un ragazzino di 20 anni, e finisco con 3 kilometri precisi e lo stupore dei piu’). Facciamo un altro paio di piccoli test e a casa. Un po’ perplesso me ne torno a casa con rai e il capitano pitu chicchiarando del piu’ e del meno con il mio splendido spagnolo under construction. Tutto sommato il gruppo mi sembra buono, sono quasi tutti ragazzi sotto i 24 anni piu’ 4 vecchi sui 30. bellissimo l’allenamento praticamente sulla spiaggia con il rumore del mare ad accompagnare il tutto.

Il giorno dopo si parte sul serio. Ci troviamo nel rio (il fiume prosciugato di valencia ora parco principale della cittá) davanti al palau della musica in un’atmosfera davvero irreale. Arrivo in zainetto e bicicletta.
Oggi corsa lunga: 4 kilometri nel parco. Solito riscaldamento ognuno come gli pare (chi lo fa, chi chiacchiera, chi finge). Mi accodo di nuovo al gruppo dei piu’ valorosi e dopo poche centinaia di metri il gruppone di allunga a dismisura. Arriverenno a ondate lamentandosi della fatica. L’esericizio successivo (allunghi sui 300 metri) viene praticamente boicottato e interrotto alla terza ripetuta delle 5 programmate. MA!? Il preparatore è un ragazzo giovane appenna laureato che “lascia molto correre”.
Ci spostiamo verso il campo di allenamento provvisorio (le strutture del comune sono ancora chiuse per l’estate). Ci ritroviamo in una pista parrocchiale in cemento, senza illuminazione, senza doccia. Le porte non hanno le reti, i palloni sono incalciabili. Non ci sono le casacche e questa cosa per me resterá incomprensibile per tutta la settimana.
Primo giorno di allenamento con la palla e quindi… per il principio della gradualitá… possesso di palla a ritmo altissimo, tiri in porta, uno contro uno a tutto campo! L’allenamento lo guida il secondo allenatore, un ragazzo con la coda che ogni esercizio dice di non prenderlo are bene l'esercizio senno’ lui si rompe il cazzo! o qualcosa di simile.
Naturalmente le spiegazioni sono lunghe e per me praticamente incomprensibili. Non c’è il tempo materiale di fare domande e non potrei neppure interrompere ogni volta. Quindi ogni tanto chiedo qua e lá chiarimenti ma vedo che i miei compagni spagnoli brancolano nel vuoto come me.
Mi sono sentito molto vicino ai ragazzi stranieri che ho incontrato in questi anni sui campi di calcetto e ho capito quanto sia difficile riuscire a giocare quando hai la testa piena di tante informazioni e per di piu’ spesso non chiare.
Torno a casa devastato, con vesciche ai piedi e muscoli al limite della contrattura, pensando di aver vissuto un incubo.

I giorni successivi sono anche peggiori. Invertiamo il campo con la parte atletica e cominciamo senza riscladamento a tirare in porta (?). facciamo qualche esercizio sparso di difesa, superioritá, uscita dal pressing (naturalmente con spiegazioni lunghe e articolate che non capisco, ma anche gli altri uguale). Il ritmo è basso. Le pause lunghe. forse perchè un po' provati dal giorno prima.
Con i piedi capisco subito che tutti ci sanno fare. Cosi’ come mi sembra di capire che tutti sappiano stare bene in campo.
Nel rio altro delirio con un paio di corsette blande di un paio di kilometri. Qualche addominale e un’insensata dose di flessioni che nessuno riesce a fare e quindi nessuno fa.
simbolo del dominicos

E cosi’ via fino a venerdi’. Allenamenti fisici sempre piu’ blandi. Sempre sabotati dai piu’ tagliando qua e la’, non rispettando le distanze e le consegne. Sono quasi imbarazzato da quanto veda i miei compagni in difficoltá nel fare queste cose banali oltre a non capire quindi assolutamente il senso di allenamenti fatti in questo modo.
Sul campo di cemento intanto cominciamo a fare qualcosa di piu’ vicino alla partita. Naturalmente nessuno mi spiega come giochiamo e come difendiamo. Devo intuirlo man mano: difesa a zona 2-2 e attacco perenne in linea, naturalmente con rotazioni al contrario di quelle fatte in italia. Ancora non ci sono casacche e non abbiamo nemmeno il materiale della squadra. Comincia ad essere un po’ complesso riconoscere i miei compagni e gli avversari mentre cerco di destreggiarmi a 2 tocchi dentro un groviglio di gente sconosciuta.
Molte cose non mi sono chiare e mi sembrano dei controsensi. Del resto nessuno mi chiede niente, se ho capito, se giá giocavo in questo modo, se mi ritrovo, se in italia si fa qualcosa di diverso. Niente.
Chiedo io chiarimenti al mister che mi dice: en este momento no te entiendo!

Insomma è un altro mondo. Ho scoperto che addirittura quest’anno dovro’ anche lavarmi la maglia della partita! Pare ci sará un premio per ogni vittoria in campionato: 25 euro a testa. Se vinciamo tutte le partite di un mese ci porteremo a casa la bellezza di 100 euro a testa. Rispetto alla situazione italiana vioene da dire che forse è piu’ nobile giocare gratis, ma per i miei compagni è cmq una bella cifra.
Il mio interlocutore semi-italiano, il portiere che mi ha portato qua, alle mie domande incredule mi risponde sempre che non ci sono soldi e quando non li prendi non puoi pretendere niente dai giocatori. Cosi’ come le societá fanno quello che possono visto che è tutto volontariato.

Non avrei pensato di rimpiangere le piccole cose di societá scapestrate di reggio emilia.
Conto sul fatto che sia solo l’inizio e che man mano le cose si mettano in ordine.
Per ora la cosa buona è l’esercizio obbligato di spagnolo e il toccare un po’ la palla con qualcuno capace. Incrocio le dita.
Martedi’ prima amichevole contro riva roja.

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