V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

domingo, 26 de julio de 2009

v-dias v de veloz, veloz, mas veloz

Le settimane corrono veloci. E’ gia’ c’è aria di week end, a partire giá dal dopopranzo di venerdi’. Per noi non è che la cosa faccia tanto differenza. A parte l’impegno ufficiale del sabato pomeriggio in spiaggia con allegati fuochi di mezzanotte e incontri con sconosciuti piu’ o meno sconosciuti, tutta la settimana scorre in modo irregolare e senza piani predefiniti. Anzi il piu’ delle volte, quando li facciamo, i piani, saltano miseramente all’ultimo momento. Per essere poi sostituiti da quelli dell’ultimo momento. Insomma super carpe diem, e chissenefrega dell’organizzazione e della programmazione: la mia agenda, che per tanti anni mi ha accompagnato nelle peripezie lavorative, fa la muffa nel cassetto del como’, insieme a mille cianfrisaglie e depliant raccattati qua e la’.
Giovedi’ è arrivato il vento di ponente, quello che viene dal deserto e qui tutto ha subito un improvviso e ulteriore rallentamento. Un vento caldissimo, tipo caldobagno delonghi, ha soffiato tutto il giorno costringendo a movimenti lenti e a rifugi di emergenza in case con effetto cripta o bar con effetto congelatore. Nel nostro quartiere c’è stato anche un piccolo black out.
Ci siamo avventurati vero le 7 di sera a vedere un appartamento e nell’oretta della visita ne siamo usciti altamente provati. Piccola siesta e poi cena a casa di due ragazzi italiani, marco e vincenzo, ingegneri meccanici, anche loro in esilio a valencia, ma solo per l’estate. Visto il clima menu’ estivo: pasta con zucchine e gamberi, frittelle di melanzane e patate impacciuse (con pancetta e cipolla)! Non potevano mancare poi prosciutto e melone e sandia (cocomero) per tutti. Tutto buonissimo. E’ stato un po’ come ricostruire un angolo di italia che fa bene ogni tanto ritrovare e poi i due padroni di casa sono uno spasso.
C’era anche helen, una ragazza olandese che abbiamo conosciuto qualche settimana fa che porta sempre con sé un paio di bottiglie di vino.Rigorosamente rosso. Rigorosamente caldo. E poi la nostra guida spirituale javier, in versione zoppicante dopo un problema alla caviglia.
Siamo alla ricerca della nostra nuova casa, visto che qui a fine settembre l’appartamento va liberato. Stiamo mandando e sfogliando ogni giorno annunci e visitanto case di ogni tipo. Molte fanno proprio cagare, un po’ per la zona della cittá, un po’ perché le costruzioni sono vecchie e i mobili arrangiati alla meglio, se non combinati con gusto discutibile. E anche i tizi che ci accompagnano nelle visite sono dei personaggi.
Ogni tanto ci arrivano proposte da presunti cittadini inglesi che a valencia hanno appartamenti sfitti fighissimi, con terrazza e piscina che costano poco. Pero’ non possono farceli vedere perché abitano lontano e quindi bisogna fare tutto sulla parola, con tanto di versamento postale. A volte si tratta di un prete, a volte di un padre di famiglia che ha perso la moglie. Pero’ le caratteristiche della casa sono sempre le stesse. Come le firme a conclusione delle mail, originalissime (white, blanco…).
Forse abbiamo trovato qualcosa di carino oggi pomeriggio, sempre compartito, con 2 ragazzi. Decidiamo lunedi’. Anche se un po’ cominciavamo ad abituarci al quartiere dove avevamo costruito tutte le nostre piccole abitudini, si’ proprio quelle che abbiamo lasciato in italia perché stanchi e appesantiti. Ma provare a vivere senza a tratti ti lascia un po’ sperduto. Cmq presto si riparte, questa casa nuova ora o un’altra piu’ avanti.
In piu’ tra un paio di settimana andremo 10 giorni a paris a fare un po’ di turismo romantico, un piccolo ritrovo familiare con mio padre, e un corso di 5 giorni in una fattoria nei dintorni: le mie solite cose strambe da psicologo e stavolta ci sará anche la benni.
Dopo l’esperienza squash la scorsa settimana (il mio compagno di gioco javier, come dicevo, si è slogato la caviglia il giorno dopo sul lavoro abbandonando la possibile sfida di rivincita), ho sperimentato anche un calcetto valenciano. Introdotto da diego, il ragazzo genovese che abbiamo conosciuto l’estate scorsa, ho sperimentato pure questa forma di integrazione, con un po’ disagio iniziale e di difficoltá a parlare in spagnolo mentre giocavo (bien!, a la derecha!estoy aqui’!), ma tutto sommato un’esperienza carina. Abbiamo vinto 8 a 5, in 4 contro 5 per quasi tutta la partita: un’impresa. Alla fine orxata per tutti servita in una specie di secchio per pittura e con tanto di faltons (biscottoni lunghi spugnosi tipo panettone) imbebiti dentro. Ma!?
Domani a pranzo il nostro coinquilino juan ci fará sperimentare le lentejas, le lenticchie fatte in un modo particolare che ancora ignoriamo, ma finora non ci ha mai deluso anche se la prima volta il riso al forno alle 3 di un torrido pomeriggio ha lasciato il segno!



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