V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

miércoles, 24 de febrero de 2010

V de Verde

primo giorno di caldo vero, dal mattino alla sera, un vento atomico caldo caldo, un sole abbacinante che fa apparire tutto bianco e per me e' gia' estate, e torno dalla mia passeggiata alla sollazza guardandomi nello specchio dell'ascensore ad accorgermi di quante lentiggini ho sul naso che quest'inverno non sono mai andate via, e rincaro l'estate con le finestre aperte in casa a far entrare il caldo di fuori ascoltando baglioni che non c'e' niente di piu' estate che baglioni. faccio questa passeggiata tutti i giorni di sole e quest'inverno sono stati parecchi, a vedere la terra e le piantine spuntare cosi' piano che un giorno e' come un riflesso verde sulla terra chiara e sabbiosa di qui, una peluria come sulla pesca e si vede e non si vede a seconda di come si mette il sole e due giorni e una pioggia dopo e' gia' una moquette compatta ormai quasi un centimetro crescendo sempre, da lontano uniforme e da vicino di una miriade di piantine e fogline diverse, di colori e verdi diversi, di forme, spessori e altezza diversi. e ogni ora del giorno la luce e' diversa, gli odori sono buoni, cattivi, arrivano e vanno non si sa da e dove nell'aria che c'e' sempre, si muove forte o piano ma c'e'. nuvole di tutti i colori ma piu' spesso cielo blu e azzurro e tutte le sfumature in mezzo.
attraverso la ronda norte per arrivare alla rete, entro per la parte aperta e cammino lungo il corridoio di cemento accanto al magazzino delle zucche che e' tutt'inverno che se ne stanno li in silenzio a riposarsi e a vedermi passare tra le sbarre e le assi rotte dell'edificio, salto giu' e giro a sinistra, dietro all'enorme montagna di letamne nero nero, poi a destra costeggiando il vivaio di olivi, li lascio dietro continuando dritto fino al campo di patate. li' a sinistra in mezzo al niente incasinato e dove son appena fioriti dei fiorini bianchi e piccoli di quelli da poco che normalmente ci sono in mezzo ai campi ma che qui danno un tocco molto carino a questo pezzo incolto e un po' pietroso, in fondo monto sul cordolo che divide le patate dal campo di ancora niente che e' largo come 20 cm e devo stare attenta a non cadere che quando c'e' vento a volte mi devo fermare un attimo senno' mi fa cadere e dove sempre ci sono un sacco di uccelli bianchi e neri e grigi che chiacchierano e mangiano e volano un po' piu' in la' quando passo. arrivata in fondo a sinistra e poi destra, passo l'orto fischiante di bottiglie appese di un signore e la casetta diroccata degli atrezzi, poi lungo il campo di cipolle fino all'altra coppia di cordoli con in mezzo il canaletto per irrigare e a seconda di dove tira il vento vado camminando su uno o sull'altro.

in fondo c'e' il "canalone" d'irrigazione e oltre l'agrumento e a seguire il paese e le montagne. io mi fermo qui, con la schiena appoggiata all'argine del canalone, la faccia al sole a vedere il profilo della citta' che arriva.

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