V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

lunes, 1 de marzo de 2010

Tiempo de despedida

Così è arrivato il momento di chiudere ufficialmente questo capitolo con il calcio a 5 spagnolo. Un’esperienza amara e oltremodo stimolante allo stesso tempo. Amara perché piena di delusioni, di umiliazioni, di sforzi poco o nulla ricompensati. Stimolante perché ho imparato tantissimo sul campo e soprattutto fuori. Anche in queso mese e mezzo passato lontano da quella routine che ho seguito per tanti anni.
Mi sono preso un momento di pausa per digerire una decisione difficile, quella di mollare. Nonostante non ci fossere davvero le condizioni per continuare, ma già da tanto tempo ho compreso quanto sia difficile lasciare una passione, un momento che negli anni si è caricato di mille significati ed è diventato come una specie di orologio che scandisce il ritmo delle settimane e dell’anno. Standone fuori ho potuto vedere quanto questo sport dá e quanto chiede. Quando ci sei dentro la distanza è troppo poca per guardare bene.
Sono tornato a salutare i miei compagni, tirandomi dietro 2 pagnotte di pane e un salame preso apposto dall’italia.
Ho ripercorso il tragitto in bici fatto un milione di volte, legato il bolide al palo davanti alla palestra, salito le scale che portano alla pista. e lì ho assistito ad una scena bellissima che mai e poi mai mi sarei aspettato. Non appena mi hanno visto tutti i miei compagni hanno smesso di giocare ed è partito un applauso, con me inebetito con lo zaino pieno di cibo e il sellino della bici in mano. Mi sono inchinato agli applausi mentre tutti si avvicinavano a darmi la mano e ad abbracciarmi.
Sono 5 minuti bellissimi! Per certi versi mi hanno ripagato dei tanti momenti di delusione di quest’anno di sport.
Poi due chiacchiere di rito con il mister e mi sono guardato l’oretta di allenamento con tutti che a turno passavano a bordo campo a chiedermi come stavo, come si stava senza giocare e per quanto tempo sarei stato ancora a valencia. ¿Que tal? ¿Que haces ahora sin jugar? ¿Y cuanto te quedas en valencia? Marco addirittura commovente mi dice anche “me gustaria que tu vuelvas”.
Alla fine affetto pane e salame e offro a tutti il mio regalo di despedida. Il salame gli piace un casino perché come l’altra volta hanno spazzolato via tutto nel giro di pochi minuti. Sará che l’allenamento è tardi e alle 11 e mezza uno ha una fame che non ci vede. Oppure che questo salame è troppo buono.
Un po’ di chiacchiere con il grande Chapu incuriosito dalla vita senza calcetto che mi chiede: “¿pero, como te sientes?”. E quando gli dico che adesso faccio tai chi mi guarda ancora più perplesso pensando che sono proprio un italiano strano. Un abbraccio a Juanma, che su facebook ci sentiamo ancora e un ultimo saluto a Juanito, mio compagno di sventura che ancora oggi spera di fare il suo esordio. Alla fine della fiera con i miei 5 minuti effettivi ho giocato più di lui. I suoi 22 anni e una vita passata nella squadra lo sostengono in quello che davvero va oltre l’umana sopportazione. Mi ricordo quando mi ha raccontato di quando, lui e gli altri ragazzi che ora sono in prima squadra, erano piccoli e andavano ad allenarsi con il pigiama perché così dopo l’allenamento tornavano a casa giá pronti per andare a letto!
Me ne torno a casa e ancora c’è caldo a mezzanotte. Nelle pedalate mi consolo di aver lasciato un buon ricordo almeno come persona e mi rivedo come un film la scena dell’accoglienza inaspettata di questa sera.
Come giocatore sospendo il giudizio: quest’anno è un anno di riflessione.

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