V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

lunes, 28 de junio de 2010

i giorni infiniti


Ancora a dublino dopo una settimana di svezia.
una settimana piena di tante parole e sguardi nuovi su una parte di mondo tanto affascinante quanto sconosciuta. tante parole scambiate usando un inglese spesso imbarazzante tanto e' deformato dalla poca pratica che abbiamo di una conoscenza che e' li' nascosta in qualche anfratto della nostra testa. tanti sguardi su una terra dove boschi e laghi riempiono l'orizzonte in ogni direzione.
la notte del nostro arrivo, ormai a ridosso della mezzanotte, splendeva ancora una luce da tramonto avanzato a rischiarare la vista dal finestrino dell'autobus verso stoccolma. avremo presto scoperto che qui durante l'estate il tramonto e' come un lungo intermezzo tra un giorno e l'altro, con il sole che sparisce dietro la collina e rispunta pochi metri più' in la' a rischiarare il silenzioso paesaggio delle 3 del mattino. dalla finestrella della nostra casetta di gnesta una luce incredibile accompagnava il nostro stupore nel guardare l'orologio. con buona pace del nostro ritmo biologico andato completamente fuori fase!
arriviamo a stoccolma di notte, con le strade deserte di una città' che appare subito imponente e bellissima, cosi' mescolata tra il mare e la terra e piena di un odore di ghiaccio e neve che nel tempo deve essersi impregnato nell'aria, anche in quella dell'estate. con un taxi pagato caro per le nostre scarse finanze, l'autista turco ci conduce a casa di Karin e Miguel, dove passeremo la notte nel letto con le coperte-saccoapelo. come già' altre volte ci e' capitato, l'immagine che si ha dell'Italia e degli italiani all'estero appare un misterioso mix di fascino e incomprensione e la domanda di rito "perché' berlusconi?" accompagna i nostri primi scambi: la possibilità' di avere un accesso a questo apparente enigma e' davvero una tentazione troppo forte!
con Miguel ritroviamo la nostra voglia di parlare spagnolo e la stranezza di sentire cambiare la nostra voce man mano che passiamo da una lingua all'altra.
Stoccolma e' bella anche di giorno, brulicante di gente ma un piacere da camminare, tanti sono gli spazi verdi e gli approdi al mar baltico, che di mare come siamo abituati a pensare noi ha poco, pur conservando il suo effetto positivo sullo stato d'animo di chi lo guarda. ormai siamo diventati, oltre a cittadini, anche turisti disadattati, incapaci di stare a lungo nelle rotte più' commerciali e alla ricerca di angoli più' appartati. in questo Stoccolma aiuta tanto e per lunghi tratti non sembra proprio di trovarsi in una metropoli di 2 milioni di abitanti. Dopo due giorni la nostra visita si sposta a una sessantina di km ad ovest della capitale, in un piccolo paese che non credo avremmo mai pensato di visitare se non fosse stato per lo scambio avuto lo scorso anno in italia con Ann ed Inger. più' che la città' credo resterà nei nostri ricordi l'enorme lago verso il quale e' impossibile non tendere lo sguardo quelle 10mila volte ala giorno e verso il quale tutte le case sono voltate in contemplazione. siamo ospiti a casa di Inger, in un piccolo cottage monostanza. tutto e' pensato con cura e con un pensiero all'inverno che da queste parti per forza di cose e' un personaggio importante della cui presenza tenere ben conto.
la terrazza sul lago sarà' lo scenario dei nostri scambi culinari misti tra italia e svezia, tra pizze e aringhe, provolone e pane nero, melanzane con "mozarelagabbani" e dolci burrosi.
Inger e Ann ci hanno ospitato con una generosità' difficile da ripagare facendoci sentire piccoli re in visita ai castelli e ai parchi. castelli e parchi che come funghi spuntano inaspettati dalle colline punteggiate dalle balle di paglia impacchettate e dove pascolano mucche, pecore e qualche rara e sparuta alce. abbiamo vissuto con loro la festa di mezza estate, potendo partecipare un po' al prima e al durante, costruendo parte dell'albero maestro che simboleggia la festa e ballando intorno ad esso le danze più' impensate. (il ritornello della smogrudna e dei piccoli maialini per giorni non se ne sono andati dalla nostra testa spuntando all'improvviso nei nostri canticchiamenti!).
tutti i bali rigorosamente accompagnati da canti in svedese, questa lingua a cavallo tra l'inglese e il tedesco e che in certi momenti ricorda il russo nel modo di pronunciare le vocali.
mentre ci riposavamo dalla serie di balli di gruppo il pratoscenico della festa veniva occupato dai vecchi ballerini locali che a ritmo di violino e fisarmonica lasciavano in silenzio quasi commosso i tanti osservatori.

abbiamo scambiato tanto in questi giorni, molto più' di quanto potessimo immaginare e appare sempre più' evidente come nessun incontro nella vita sia causale e come ogni cosa arrivi al momento giusto.
ogni notte prima di andare a letto ci siamo concessi una visita sul lago, silenzioso e calmo nelle poche ore di semibuio.
ed era quasi un peccato salutarlo e dargli le spalle per incamminarci verso casa e continuare il nostro ultimo pezzo di viaggio.

Etiquetas:

0 comentarios:

Publicar un comentario

Suscribirse a Enviar comentarios [Atom]

<< Inicio