V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

lunes, 31 de mayo de 2010

Al Andalus: volando verso l'estate




Fine maggio e un caldo da impazzire. se a siviglia nell'ultima settimana cominciava a scaldarsi la faccenda, nel nostro ritorno a valencia abbiamo trovato un'estate già inoltrata e gli stessi valenciani sono stupiti che ci siano già dias de verano. ma sul clima non ci si prende mai, o fa troppo freddo o troppo caldo, o l'estate è in ritardo o arriva troppo presto o si prolunga oltre misura, così come il freddo è troppo freddo, troppo prima o troppo dopo.
ultimo post targato al andalus. sivilia è stata la nostra ultima tappa a concludere il tour del sud di un mese e mezzo. i video e le foto della benni sono certamente più capaci di comunicare la bellezza di questi luoghi dove la storia e i colori la fanno da padroni. le serate nel centro di siviglia erano segnate da un'atmosfera ovattata di inizio estate e l'aria davanti alla cattedrale sembrava come sospesa in attesa del movimento delle luci del giorno e delle voci di sottofondo dei turisti. a siviglia abbiamo ritrovato il guadalquivir che da cordoba ha percorso la pianura verso il mare per attraversare in tutta la sua lunghezza la città. è stato bello pensare di rivedere la stessa acqua a distanza di una settimana. nel fiume file ordinate di cannottieri risalivano disciplinatamente la corrente, mentre sulle rive corridori, ciclisti e coppiette riempivano la scena.siviglia è ricchissima e piena di gente. maggio è il mese più gettonato da questo punto di vista e ce ne siamo accorti all'aeroporto con la fila al check in più lunga che avessimo mai visto.
siamo stati in un appartamento poco lontano dal centro, trovato su internet e condiviso con altri due ragazzi di malaga. se con i conquilini di cordoba avevamo condiviso poco a parte qualche pizza con i malagueni in 5 giorni solo qualche sporadica chiacchiera di circostanza. ma è stato comunque bello vivere la città non proprio da turista totale. anche se alla fine quello che abbiamo fatto è stato girare per chiese e musei. abbiamo affinato in questi mesi una sorta di abilità per riuscire ad entrare gratis quasi ovunque approfittando degli uffici informazioni, di internet e di qualche alzata di ingegno burocratico approfittando della nostra attuale disoccupazione.
al mercato centrale abbiamo trovato le alici marinate e la signora che le vendeva si stimava di averle fatte in casa dicendoci cosa c'era dentro e sottolineando che non mancava niente, solo un vinito o una cervecita. per il resto abbiamo fatto un brainstorming su come mangiare un pacco di riso e uno lenticchie e un cavolo viola per tutto il periodo sivigliano.

la cosa più mastodontica e impressionante di siviglia è la cattedrale.
talmente grande che quando l'hanno progettata i committenti hanno detto: facciamola tanto grande che la gente guardandola ci prenda per pazzi! la cosa più bella è il campanile, uno dei pochi resti della moschea araba (come al solito i cristiano hanno raso al suolo quasi tutto) da dove si chiamava la preghiera. la genialata è che invece dei gradini ci sono 34 rampe che ai tempi venivano fatte a cavallo, altrimenti sai che palle tutti i giorni a salire e scendere.
nei mille bar e ristoranti i tanti inglesi, tedeschi e giapponesi provavano l'immancabile paella, che non è mai quella vera (che la fanno solo a valencia!), pesce fritto e tapas a volantà, annaffiate da ettolitri di birra.
la città è piena di parchi, alcuni davvero giganteschi dove sfilano i carretti coi cavalli per i turisti più esigenti. sotto il nostro appartamento un parco più modesto ma accettabile era meta di qualche passeggiata quando i piedi erano troppo gonfi per arrivare fino in centro.
abbiamo camminato davvero tanto su e giù per le città andaluse ed è incredibile quanto si possa essere stanchi in tutto il corpo solo per aver camminato. il letto non permetteva un gran riposo essendo costituito da una specie di sacco sfondato nel quale la benni nella notte spronfondava a valanga contro di me.
sabato rimettiamo in sesto le nostre logore valigie: come pollicino abbandoniamo un po' di cose per tracciare il nostro percorso o semplicemente perchè non ci stanno nel bagaglio a mano e alla randa delle tre del pomeriggio salutiamo la città verso l'aeroporto con bus megastipato di gente. all'aeroporto riusciamo con qualche contorsione e infilarci pantoloni lunghi, scarpe e felpone approfittando del meno 10 dell'aria condizionata, trangugiamo acqua e jogurt prima del check in, studiamo la situa della vueling per capire se sono cattivi come quelli della ryan e già siamo per aria in direzione valencia.
il viaggio è un unico salto che ci porta fino ad alcasser, di nuovo a casa di raul, nel più classico dei disorientamenti spazio-temporali che solo un volo aereo sa realizzare. mentre ci avviciniamo alla casa del campo un odore forte di estate emerge dai filari compatti di aranci e la luce del tardo pomeriggio riempie gli occhi di questa fine primavera.
bella l'andalucia.

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