V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

jueves, 27 de mayo de 2010

Al Andalus: la frontiera della luce


a distanza di quasi un anno ricompare la costa atlantica. in una profonda diagonale che idealmente dal giugno scorso a questa fine di maggio ci ha portato dal mare di san sebastian a quello delle spiagge di cadiz. paesi baschi e andalucia sono due mondi lontanissimi ma l'oceano le rende simili nella struttura dei balconi chiusi e nei portici sulla sabbia che fano ombra in attesa dell'alta marea.
siamo sbarcati a cadiz dopo un viaggio di 3 e mezza di treno. invece degli ulivi dal finestrino scorrevano arance, grano e ortaggi e il paesaggio ondulato si andava via via appiattendo nella piana che va verso il mare: una specie di triangolare pianura padana infilata di traverso tra le montagne di cordoba e malaga. cadiz è una piccola cittá, con un centro a portata di passo svelto, una specie di isola proiettata nel mare che si respira tra i vicoletti bianchi e ventosi della parte vecchia. non ce la siamo goduti tanto: un po' eravamo di passaggio in vista dei giorni a conil, un po' avevamo tutti i bagagli con noi e camminare per le strade acciottolate con un trolley non è il massimo del divertimento nè per noi che per chi si sorbiva una inaspettata monotona colonna sonora. al mercato centrale prendiamo 4 pesche e 8 nespole per 50 centesimi e pranziamo in un bar defilato con la distesa sotto gli alberi. la cameriera si emoziona quando le diciamo che il pesce ci è piaciuto e distrugge l'oliera contro il tronco dietro il nostro tavolo.
fa caldo e facciamo passare le ore che restano, prima di prendere l'autobus, nella spiaggia della cittá. ci facciamo la passeggiata romantica verso la fortezza, sempre con trolley su acciotollato: tatatatata. il mare ha giá un colore che invita ma la temperatura dell'acqua è ancora difficile. e certo che vivere al mare ha un fascino davvero notevole.
prendiamo l'autobus verso conil, un paesino lungo la costa verso sud a un'oretta da cadiz. ci aspetta una coppia di couchsurfer che ci daranno ospitalitá per un paio di giorni. conil è un intrico di vicoli bianchi che scendono verso il mare. al nostro arrivo andiamo a vedere che aspetto ha questa spiaggia che in tanti ci hanno declamato. c'è un vento fortissimo e l'immensa spiaggia di sabbia è battuta da raffiche che finora avevo visto solo nei film ambientati nel deserto. cerchiamo in qualche modo di trovare una sistemazione allestendo un bunker con le valigie e chiudendoci a riccio con il salviettone della doccia. c'è una luce fortissima che splende su tutta la spiaggia e il mare dove qualcuno sta giocando con il vento. questa luce bianca accompagna i nostri giorni a conil e credo rimarrá il marchio indelebile nella mia memoria di questo luogo incantevole.
incredibilmente qui la speculazione edilizia non ha avuto la meglio e la natura rimane padrona e protagonista delle dune sabbiose, del fiumiciattolo che sbuca nel mare, delle colline verdi al di lá del borghetto bianco. nulla a che vedere con le mega urbanizzazioni della costa del mediterraneo. qualche kilometro più a nord si aprono infinite calette di sabbia incastrate nella roccia che ricordano tanto qualche scorcio di sardegna. ma il mare è sempre freddissimo.


joaquin e ariana si prendono cura di noi: a parte la finale di coppa dei campioni per assecondare la fede calcistica di lui, ci hanno fatto conoscere tanti piccoli posticini per bere e mangiare, abbiamo parlato di mille cose scoprendo tante differenze e tante cose in comune. la loro casa è un piccolo miracolo di recupero del passato fatto improvvisandosi muratore da un giorno all'altro. siamo a pochi kilometri dal mare, ma sembra di respirarlo appena metti il naso fuori dalla finestra. appena alzati poi è impressionante la potenza della luce che filtra dalle finestre. nella guida avevo letto qualcosa a riguardo ma viverla è davvero un'altra cosa. sulla spiaggia questa stessa luce tinge di bellezza tutto ciò che è a portata di sguardo. e entrando in acqua qualche metro sembra ci sia solo mare.
ci sono molti paesini e cittá da queste parti che aggiungono al nome la specificazione de la frontera. oltre a conil de la frontera, c'è veyer de la frontera, il più famoso jerez de la frontera e altri di cui non ricordo il nome. pensavo avessero a che fare con la frontiera con il portogallo che è relativamente vicina. invece sono il residuo della riconquista cristiana ai danni degli arabi che retrocendendo verso il mare avevano delimitato una specie di frontiera all'altezza di questi paesi. alla fine anche l'ultima baluardo è stato preso e di questa storia è rimasto il segno in questi nomi. questa storia di passato arabo si respira in tutta l'andalucia e forse è proprio questo l'aspetto che rende tanto singolare questa terra.  
due giorni passano rapidi e di nuovo siamo alla fermata dell'autobus verso sevilla, ultima tappa del viaggio andaluso. mentre la benni dorme nell'ultima fila di sedili sfila di nuova l'enorme e sterminata pianura che sembra non finire. mi ha ricordato tanto qualche passaggio a cui sono abituato. peccato manchi tutta questa luce.

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