V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

miércoles, 26 de mayo de 2010

Al Andalus: la cittá inaspettata

Tambien cordoba se acabo. A un mese esatto dal nostro arrivo in autobus attraverso i filari di ulivi, facciamo un'altra volta armi e bagagli per la fetta di andalucia che ci resta da qui al finale del mese.
Il fighissimo treno bianco della renfe spagnola ci porterá fuori dal mediterraneo fino all'atlantico in quella specie di isoletta che è il centro storico di cadiz.
Tanti saluti ai nostri coinquilini di questi 30 giorni con i quali abbiamo condiviso i comuni spazi angusti del bagno e della cucina, qualche chiacchiera e un paio di pizze. Quando sei a scadenza è complicato legare di più, specie quando sei abituato ad un perenne andare e venire di gente e di abitudini. È stata però una bella fortuna trovare questo piso, preso alla cieca con un annuncio su internet e che in fin dei conti ha risposto bene a quello di cui avevamo realmente bisogno.
Ieri sera saluti ufficiali con la cittá: inizia la feria de mayo, un immenso baraccone di giostre, churreros e luminarie che accompagneranno i cordobesi per una decina di giorni. Ci siamo dedicati gli immancabili fuochi d'artificio, demenzialmente concepiti dopo l'illuminazione a giorno del ponte sul quale eravamo assiepati insieme a tutta la cittadinanza andalusa.

Nel cammino, infiniti gruppi di ragazzi muniti di sportina della spesa con ghiaccio sgocciolante, coca cola e rum per i più classico dei botellon. Qualche inglese, inspiegabilmente poco pratico con alcol, giá barcollava e traboccava di birra sul ponte romano a cavallo della mezzanotte, naturalmente insultato dai suoi amici.
Abbiamo scelto cordoba come snodo del nostro viaggio in andalucia quasi per caso. Il solito Javi l'ha vista lunga anche stavolta, ma se non ci prendesse sempre non sarebbe Javi.
La cittá con il centro storico più grande d'europa è un piacere da camminare, soprattutto nelle prime serate calde d'estate quando le strade laterali si svuotano e resta solo il rumore dei passi e i colori dei fuori ai balconi. Sul ponte romano, inglesi a parte, lo spettacolo della mezquita si accompagna allo scorrere silenzioso del fiume.
Si sente molto il passaggio degli arabi da queste parti e forse l'andalucia non avrebbe questo fascino altrimenti, questa sensazione di vera spagna che si respira qui come davanti all'atlante. E tutti quelli che di qui son passati a dirmi: che bella l'andalucia!
A pochi kilometri da cordoba rimane forse il pezzo più appariscente di questo passato tra le rovine di medina al zahara, una imponente reggia del sultano di cui stanno

cercando di recuperare la bellezza. Per la mezquita in centro invece la devastazione dei cristiani credo sia irreparabile e il gioco geometrico dei mille archi si è perso per sempre per infilarci nel mezzo la classica chiesa che tutti conosciamo. Restano i patios all'interno delle case, piccoli giardini interni a cielo aperto, cuore pulsante della vita con intorno un ferro di cavallo di stanze. Restano anche i tratti moreschi nel flamenco che da queste parti riecheggia nei locali e nel battito delle mani dei ragazzi che imitano i batidores professionali. Per le parole incomprensibili dopo lungo penare abbiamo capito che non significano un granchè essendo più o meno una versione ululante di improvvisazione canora su accompagnamento di mani, piedi e chiatarra. Il flamenco è certamente qualcosa di più che un passatempo e i bambini fin da piccoli crescono immersi in un alternarsi di eventi, ritmi e improponibili vestitini popolari. Anche alcuni adulti improvvisano questi provocanti travestimenti con risultati parecchio discutibili.
Cordoba è stato un posto per rallentare il ritmo se è possibile ancora di più, per mettere meglio a fuoco tante cose che nei mesi abbiamo messo in circolo nelle nostre teste e nelle nostre infinite chiacchiere spaziali.
Ci siamo fatti una cultura di case passive, pannelli solari, orti sinergici e permacultura scoprendo che giá tante persone li stanno mettendo insieme per provare a vivere in un modo diverso. Sará bello trovare il modo di renderlo possibile anche per noi.

Di cordoba penso mi ricorderò della sensazione bellissima sulla pelle dell'aria del tardo pomeriggio, del bianco delle case e dei colori dei fiori sparsi ovunque. Delle corse lungo le mura antiche. Dei riflessi delle luci sul guadalquivir.
Ultimo giro del sud: tra una settimana si torna a valencia che giá sembra tanto lontana nei ricordi ma tanto vicina nel senso di casa.

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