V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

martes, 15 de junio de 2010

ultime cronache dall'isola che non c'è


Oggi tra le mani ci è capitata l'agenda dello scorso anno ed è stato strano rivedere le pagine dense di impegni prima di quella partenza che, a quasi un giro di estateautunnoinvernoprimavera, sembra tanto lontana. Domani sará un anno esatto di viaggio, 17 giugno 2009-16 giugno 2010. Abbiamo preparato i due trolley rosso e verde e messo nel ripostiglio le 4 valigione che compongono i vestiti, i libri e gli oggetti che come diligenti formichine abbiamo messo insieme un volo ryan air dopo l'altro. Molte cose resteranno qui fino a data da destinarsi: è bello vedere che si può fare benissimo a meno di ciò che fino a ieri sembrava il minimo indispensabile. Questo esercizio ti fa assaporare un tocco di essenzialitá che dá un sensazione positiva.
Va ad esaurirsi questa parentesi di campagna valenciana, con la pioggia di queste ore che non accenna a smettere e pare anticipare il nostro ormai prossimo viaggio in irlanda e in svezia. Forse è anche un modo delicato per salutare un posto che quando il cielo è azzurro e il clima dolce appare a tratti perfetto. Con i colori della sera, le visioni a perdita d'occhio, il vento calmo attraverso il gelso fuori dalla finestra.
Un po' di nostalgia accompagna gli ultimi gesti, le ultime cassette di verdure del martedì, l'ultimo rush di cipolle e insalate piantate strette strette per non far crescere le erbacce, l'ultima levataccia alle prime luci del giorno, l'ultima paella sul fuoco, l'ultima fragola del vicino dolce come una caramella. Ieri c'è stato un addio simbolico con arroz al horno di chelo, la mamma di un amico di raul, incredibilmente buono e cotto nel nostro ormai collaudatissimo forno-dragone restaurato. Come ogni mamma anche chelo ha messo in scena il ruolo della cuoca insoddisfatta di un piatto incredibilmente venuto bene e divorato da 10 persone: quando torneremo a valencia ce ne fará uno migliore.
Intanto il cambiamento portato dalla nostra imminente partenza è segnato dall'avvio dei lavori al laboratorio teatrale, con tanto di caccia alle vespe e ricostruzione del tetto: le pentole improvvisate a raccogliere l'acqua di questi giorni hanno motivato jimena a recuperare dalle case abbandonate qui intorno il materiale necessario e kiko lo ha rimesso insieme. Questo luogo è in continuo movimento e in trasformazione e sembra seguire, in qualche silenziosa maniera, i passaggi di vita delle persone che lo attraversano. Con ognuno che porta e lascia qualcosa di sé in queste soste più o meno lunghe.
La settimana è stata segnata da un tempo incerto e mutevole che ha paralizzato la connessione internet e rese difficili se non proprio impossibili e buffe le comunicazioni con l'italia. Il cielo coperto del mattino non invitava a seguire la consolidata routine e le incombenze della casa e dell'orto si sono frammentate oltre a slittare in base ai raggi di sole che all'improvviso bucavano per qualche ora la coltre rapida di nubi. È stato più faticoso restare collegati a quel ritmo che sembra trasportarti senza fatica quando è il tempo della luce e del buio che sostiene la tua giornata.
Il fine settimana poi è stato un sospiro di silenzio e di lunghi sonni dentro i quali rimettere in fila gli ultimi pensieri prima di rimetterci in viaggio.
Abbiamo ricostruito pensieri a ritroso che assomigliano giá ad inevitabili bilanci di fine corsa, cosa ci portiamo a casa da questo anno. È bello scoprire ogni volta qualcosa di nuovo e che assolutamente nessuno dei due si sarebbe mai immaginato di trovare. E fa al contempo tenerezza vedere i nostri sforzi per cose inutili che a distanza di tempo fanno trapelare la paura dei primi momenti, la difficoltá di lasciare, il timore di non sapere che cosa ci attendeva. Ma non poteva essere diversamente.
Il tempo che si apre davanti a noi con questi pezzi di viaggio fuori dalla spagna aprono il capitolo del ritorno temuto ancor prima dell'inizio di tutta quest'avventura. Forse è sbagliato viverlo come un ritorno perchè fa parte di un processo dal quale non si può tornare indietro, anche se è così forte la sensazione di rifugiarsi nel giá noto, nelle routine collaudate che quest'anno abbiamo smontato pezzo a pezzo.
Mentre la spagna volge al termine il nostro viaggio ha ancora molto da dire e l'estate porterá con sé nuovi paesaggi e persone con la quali scambiare momenti importanti e visioni impossibili. Nel frattempo portiamo con noi un'esperienza intensa che la terra ci ha dato e che nei mesi ha radicato sensazioni difficili da dimenticare. Que bien eh!, direbbe raul.

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