V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

sábado, 17 de abril de 2010

Al Andalus



Quasi mezzanotte, qui nel caffetteria della stazione di valencia, in attesa del treno che questa notte ci porterá nel sonno fino a granada. Di nuovo in viaggio con due zainetti e un trolley verso un altro pezzetto di spagna. Il cameriere intrattiene alla barra qualche anima persa della notte. Nella vetrata in bella mostra una serie impressionante di dolci che parlano di questo paese più di ogni altra cosa.
In pochi minuti saranno esattamente 10 i mesi di viaggio.
Sono stati giorni intensi questi. Tenere il punto della situazione è stato pressoché impossibile: la huerta di alcasser ha trasformato il nostro tempo, lo ha dilatato a tal punto che i 12 giorni trascorsi lì sembrano appartenere ad un'altra dimensione confinata in un luogo remoto che poco ha a che fare con la realtá. Come una piccola isola che non c'è, come diceva la benni nell'ultimo post.
Oggi mentre partivamo e sullo sfondo sfilavano la casa, il motor de agua e la huerta mi sentivo come un astronauta che a bordo della sua navicella spaziale abbandona il pianeta che ha scoperto dopo tanto girovagare.
Dopo due settimane di caos, la casa di raul è tornata al silenzio della campagna e delle rondini di inizio primavera. Tutta la truppa di pagliacci ha preso il largo verso il festival di santander e noi verso il sud della spagna.
Si affollano giá nei ricordi i tanti momenti passati in questa casa di tutti, quella strana sensazione di calma e di pace che si respira in questo luogo e che ogni volta mi stupisce. Le giornate passate a piantare cipolle, a mettere elastici intorno alle lattughe, a togliere erbacce dagli alberi del frutteto, a mettere semi minuscoli dentro a semenzai.
Antonio con i tamburi, le frittate e le torte con la marmellata in cima.
Alejandro con le palline rimbalzine da giocoliere e il suo castellano argentino.
Jimena con il mate e le percussioni con il corpo.
Elena che ricorda le parole di tutte le canzoni in inglese ma non sa cosa vogliono dire.
Letizia con il cappuccio in testa e le calze tirate su fino al ginocchio.
Raul che tutte le mattine ti saluta e ti dice: que buen dia hace hoy! Anche quando piove e il cielo è plumbeo come la più classica mattina d'inverno padano.
E tutta quella infinita compagnia di personaggi che passano di lì a dare colore, a portare cibo, a cucinare, a fare confusione, a lavare i piatti, a scambiare insalate con noci, arance e farine. Che si vede quanto questo posto li attiri come una calamita.
È incredibile quanto può essere lunga una giornata rispetto al ritmo rapidissimo con cui spesso ho sentito trascorrere i mesi in altri momenti della mia vita. Il tempo davvero si dilata e appare moltiplicarsi e alla sera quasi non riesci a ricordarti tutto quello che hai fatto e vissuto in una sola giornata.
Fa pensare tanto questo posto a come invece di solito viviamo, alle scelte che facciamo e alle volte in cui ci diciamo che certe cose non sono possibili. Sperimentarle le ha rese un po' più a portata di mano così come quando per la prima volta pianti un seme inutile nella terra e dopo una settimana vedi una piantina venirne fuori.
È stato molto istruttivo stare a contatto anche con questa piccola rappresentanza di artisti e vederlo dall'altro lato della barricata. Considerare che un giocoliere e un pagliaccio rappresentano molto di più che un diversivo per passarsi la serata, ma nascondono una filosofia di vita profonda. Il confronto con prospettive e stili di vita tanto diversi dai nostri è stato a tratti molto duro e frastornante.
Sono stati giorni belli, molto di più di quanto potessimo immaginare e siamo stupiti dai noi stessi e dai cambiamenti che ancora non vediamo ma che ci rimanda chi ci incontra. Come quando xexe ci ha detto che sembriamo dei veri contadini e non ci crede che non abbiamo mai messo mano a una cipolla prima del tempo della huerta.


Oggi di rientro a valencia dopo questo salto nella dimensione parallela di alcasser i rumori della cittá sembrano amplificati e l'iperstimolazione dei negozi, del traffico e delle infinite informazioni stridono tantissimo con il ritmo a cui velocemente ci siamo abituati.
Si apre adesso un altra parte del viaggio che fa parte dei desideri di tutti quelli che pensano di visitare la spagna. Quella parte che tutti raccontano come la vera spagna, quella ferma nel tempo e della quale una volta incontrata non puoi che innamorarti.
La ragazza di javi ne ha fatto una sintesi molto efficace che prendo come un buon auspicio per il prossimo mese e mezzo: “entonces vais a andalucia? Os odio!”

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