V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

sábado, 3 de abril de 2010

V como VIVA Valencia


Tempo di saluti. E saluti per tante persone e situazioni che nel tempo abbiamo creato qui.
In un progressivo svuotamento sta prendendo forma il nostro percorso di rientro verso l’Italia.
È stata una decisione sofferta e a lungo meditata, venuta alla luce durante questo inverno anomalo che non so dire se sia stato freddo o caldo, tanto era piacevole stare fuori per i quasi 10 gradi in più rispetto all‘Italia, come difficile stare in casa senza termosifoni.
Quando si parte si va per cercare tante cose. Puntualmente si finisce per trovare tutt’altro.
Abbiamo così capito che il valore più grande di questa esperienza sia stato il fatto di avere del tempo per noi, sia come persone che come coppia. Un regalo tanto prezioso che abbiamo deciso di concederci fino in fondo, di fatto azzerando la possibilità di prolungare oltre la nostra permanenza. Un regalo tanto prezioso da rimandare al mittente anche quelle già scarse ma comunque presenti possibilità di radicarci qui. Forse è stata anche paura, forse non era quello che cercavamo. Probabilmente avevamo bisogno di un tempo per posizionare le basi per i prossimi passi. Ne è nato un progetto di rientro a Reggio Emilia che per certi versi ha il sapore del passo indietro, per altri quello della rincorsa verso qualcosa di più grande. Ci sono tanti dubbi, tante cose ancora indigeste con le quali dovremo fare i conti. Contiamo che questi mesi sabbatici ci abbiamo insegnato qualcosa e che saremo in grado di metterlo in pratica. Per ora si parte dalla data ufficiale con la quale riprenderemo possesso della nostra pianura: 5 luglio.
Di qui a questa data ci aspettano ancora alcuni mesi in cui abbiamo messo in cantiere diverse cose. Come le più tradizionali mascleta valenciane il finale sarà in crescendo. Domani lasciamo ufficialmente Valencia. La nostra prima casa provvisoria (ammesso che quella di Valencia non fosse provvisoria) sarà la casa del campo di Raul dove per un paio di settimane vivremo in modo intensivo quelle sensazioni che qua e là in questi mesi abbiamo lasciato tra un post e l’altro. Abbiamo raggruppato le nostre cose accorgendoci di quanti oggetti si possano accumulare anche in pochi mesi e in una situazione precaria come quella nella quale ci troviamo. Poi un nostro amico è venuto a caricare le 4 valigie di vestiti, libri e cianfruglie, una ruota da bicicletta, un porta bottiglie, una pattumiera e una pianta di pomodori e il grosso del trasloco è andato. Domani completiamo l’opera con gli zainetti e le mountain bike. Andremo a stare ad una ventina di kilometri da Valencia, nel cuore della pianura di arance e riso. Nonostante questo abbiamo la forte sensazione di salutare la città. Questi ultimi giorni sono stati un lungo commiato dai luoghi che hanno accompagnato questi mesi, le vie, le piazze, i giardini, gli scorci, i colori. Valencia ha dato il meglio di sé, regalandoci un’estate anticipata, cieli azzurri da non sembrare veri come fogli di carta colorata, luci gialle riflesse dai vicoli come solo questo luogo può avere, la sensazione fantastica di stare in giro alla sera a passeggiare con solo una felpa e una sciarpa leggera.
Questa settimana sono venuti a trovarci matti e la chiara e abbiamo potuto accommiatarci dalla città visitando quei luoghi che altrimenti dai per scontato perché troppo turistici per chi si sente già un valenciano di adozione. Siamo saliti sulla torre del miguelete a dominare la città a 360 gradi, con le montagne e il mare a delimitare un intricato disegno di case, strade e palazzi. Abbiamo ripercorso nel giro tondo della torre i luoghi che ci resteranno nel cuore e le distanze che hanno riempito i nostri primi e incerti passi spagnoli fino ad oggi. Abbiamo rivisto le contraddizioni e gli eccessi insensati di questa città, i suoi sapori forti di carne, riso e uova, la pace e il caos mescolati in ogni scorcio.
In una serie interminabile di rituali abbiamo ringraziato Valencia e, come i monumenti de Las fallas dati alle fiamme, ci prepariamo a ripartire con nuovi progetti, nuove attese, nuove sorprese.
Lasciamo la stanza che è stata la nostra piccola e striminzita casa, nelle ultime settimane tornata lentamente alle fattezze del primo giorno in cui siamo entrati, senza più foto, cartine, vestiti sparsi sulle sedie, libri e computer sui comodini, pendagli appesi al lampadario, mobili trovati per strada, piantine di insalata sul terrazzo. Come se nulla fosse accaduto lasciamo lo spazio al nuovo inquilino che da domani darà la sua impronta agli stessi 20 metri di avenida consitucion.
Lasciamo anche Arturo e Alejandro, compagni di viaggio con i quali ce la siamo cavata più che bene e che credo terranno nelle loro menti questa immagine di due italiani un po’ strani, venuti in spagna a fare nonsiècapitobenechecosa. Di sicuro ricorderanno molto bene che la nostra sconosciuta città cercadebolonia nasconde risorse inaspettate.
È bello vedere come le date e le coincidenze accompagnino i nostri spostamenti e come domani, il giorno di pasqua, segni questo passaggio. Davvero non lo abbiamo fatto apposta!
Come non abbiamo fatto apposta a prendere il volo con il quale saluteremo ufficialmente la spagna ad un anno esatto dalla nostra partenza. Li prendo come buoni segni per il futuro.
Intanto grazie e viva Valencia!

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