V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

domingo, 7 de marzo de 2010

Speciale Las Fallas - seconda puntata


Si chiude la prima settimana fallera e sale la tensione della festa. Nel fine settimana sono usciti allo scoperto i fin qui timidi e nascosti piromani della strada che hanno esploso petardi, petardini, trik trak e raudi ininterrotamente per tutto il pomeriggio di sabato. I più audaci bimbetti, coaudiuvati da orgogliosi e intrepidi padri, si sono sbizzarriti nel riempire di rumore ogni angolo della cittá, servendosi di un ingegnoso (e ambitissimo dalla Benni) acciarino senza fiamma: altrimenti con l’accendino si possono far male!
Alle 6 del pomeriggio siamo andati in direzione della spiaggia per assistere ad una fantomatica mascletá napolitana. Il viaggio in metropolitana è stato al limite del carro bestiame con l’autista che da un certo punto in avanti non ha più nemmeno rallentato alle fermate per manifesta impossibilitá di capienza. Intanto un paio di anziane signore approfittavano della situazione per spalpazzarmi scusandosi in valenciano per il balanceo durante le accelazioni improssive del vagone. Arriviamo super stipati alla spiaggia de las arenas e si diffonde la voce che la masceltá è stata sospesa scatenando le ire dei presenti e soprattutto dei più anziani inferociti con il comune: está suspendida! que devuelvan el dinero!
Scendiamo lo stesso per capire meglio il caos della spiaggia dove un’orda di gente vagava senza meta come un formicaio impazzito. A riva si estendeva una specie di postazione militare ricavata con delle ruspe, un indefinito numero di cannoni pronti ad esplodere e un cordone di polizia motorizzata come bay watch a spiegare che tutto era sospeso. L’aria pungente del mare ci ha permesso di dare un’occhiata veloce per poi fuggire verso casa riparandoci tra i vicoli del cabañal.
Nel nostro pelligrinaggio a piedi verso casa (circa 4 kilometri) abbiamo incrociato il traffico impazzito degli automobilisti e dei mezzi pubblici inermi: praticamente tutta la cittá si era data appuntamento al mare per questo evento esplosivo. E la mascletá è una cosa serissima.
Cammina cammina abbiamo sbirciato dentro ai tendoni di alcune falle dove giá si allestivano i bagordi per la serata. Più o meno come mini feste dell’unitá in tendoni bianchi.
File di gente in attesa di mangiare ciabelle fritte nell’olio bollente e cioccolata calda. E una serie infinita di botti e botterelli a fare da sfondo al nostro giro turistico.
C’è una grande passione per il rumore che per chi se ne intende ha anche una sua componente artistica. Ogni giorno alle 2 del pomeriggio si organizzza una mascletá nella piazza del comune con tanto di diretta televisiva e un buon valenciano sa dire con grande certezza alla fine dei 5 minuti di bombardamento se la cosa ha avuto ritmo, forza, crescendo o se è stata fiacca. È interessante accorgersi come da un certo punto in avanti non si faccia più caso a questa confusione e sia naturale proseguire le proprie normali attivitá mentre sembra in corso un bombardamento aereo.
Ieri sera alle 22:30 c’è stato un altro grande evento: la cabalgata del ninot. Praticamente una interminabile sfilata di carri allegorici più o meno ben fatti e più o meno elaborati realizzati da tutte le 500 falle. Letteralmente significa la cavalcata dei pupazzi anche se non hanno niente a che fare con i mega pupazzoni che verranno esposti tra una decina di giorni. Ma il tema sará il medesimo e questa cavalcata è una specie di anteprima.
L’idea è bellissima, con tanto di costumi, scenette e bande musicali. Da sottolineare l’interpretazione di triller con redivivo mickael jackson e la sfilata degli uomini bruttissimi travestiti da falleras. E poi la banda con vestito attillato brasiliano (tutti uomini anche qui), maradona nel dipinto di michelangelo, trattori, maschere di zapatero, pantere rosa, bidoni del pattume dotati di vita propria. Ogni carro fa il giro della piazza e poi un rappresentante prende il microfono e dice qualcosa di incomprensibile in valenciano. Dopo un’ora la cosa è stata eccessiva anche per noi e così ci siamo presi una cioccolata al bar in attesa dei fuochi d’artificio.
Come vi ho giá spiegato nell’altra puntata non si può finire un evento senza un po’ di pirotecnia in cui alle esplosioni di rumore si accompagna la solita dose massiccia di fuochi colorati a ritmo serrato. È stato il primo piccolo assaggio del delirio fallero. Cominciamo ad intuire che la quantitá in questa festa ha la sua importanza e ogni falla deve avere il suo spazio. C’è una competizione serpeggiante all’insegna della fantasia e del prendersi in giro. Di fronte alla festa tutto passa un po’ in secondo piano e la cittá si ferma. Le strade vengono chiuse al traffico, i mezzi pubblici non rispettano più gli orari ed è possibile lanciare petardi dappertutto.
Intanto vicino a casa nostra sono arrivati i pezzi di una delle falle che monteranno dalle nostre parti. Come un mega mazinga, testa, corpo e braccia giacciono impacchettati in una strada laterale chiusa al traffico di qui al 20 marzo, in attesa di essere composti nei giorni finali della festa.
Le strade intanto cominciano a trasformarsi con le bandiere di ogni falla e le luminarie più o meno impressionanti che in alcuni casi illumineranno a giorno le notti prima di san giuseppe.
La festa sta arrivando: dal prossimo fine settimana si comincia a fare sul serio.

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