V-Dias

dal 17 giugno 2009 a seguire, Benni e Massi in vacanza ad oltranza.

miércoles, 17 de junio de 2009

V como viaje

È cominciata la nostra esperienza espagnola.
Ieri alle 13 siamo sbarcati in terra valenciana nonostante la ryan che in tutti i modi ha provato a farci pagare qualche penale: per il check in on line (ma stavolta lo avevamo fatto, al contrario di tutti quelli prima di noi), per i bagagli da stiva (abbiamo travasato tutti i vestiti fino a quando le bilance segnavano 15 kili esatti: un libro a te, una mutanda a me!), per il bagaglio a mano (che oltre ai kili deve tenere dentro anche tutto quello che scioccamente avevamo pensato di tenere fuori, tipo portafoglio, fazzoletti di carta, cellulari). Ma abbiamo vinto, almeno per questo giro.
Tralasciamo tutta la parte dei saluti finali con le rispettive famiglie che merita uno spazio a sé. per ora e' sufficiente dire che è stata una esperienza tosta.

A valencia ci sono 30 gradi ma anche un po’ di venticello, dal mare. Non sempre.
Se si sta alla randa del sole si crepa, così tutti camminano rasenti al muro, in fila indiana, noi compresi. O si attraversa la strada per cercare l’ombra.
Al nostro arrivo con la metro ci siamo subito persi e un buon uomo ci ha indicato la strada per il nostro ostello ricordandoci di non passare dalla strada delle putas perché non è il massimo. Ma noi ormai ci siamo abituati anche perché l’estate scorsa ci siamo passati abitualmente per 10 giorni senza accorgerci. Guardavamo i monumenti e le case in costruzione.
Abbiamo trascinato i nostri 50 kili di roba in modo fantozziano fermandoci ogni 20 metri a prendere fiato, a ricomporre il goldrake che permetteva di trasportare una valigia non trolley sopra un trolley, a consultare el mapa (perché è maschile!) e a fare le pause di goloseria.
Ci siamo concessi 2 paste alla pasticceria parisienne (6 euro): cara ma buonissima, per festeggiare l’inizio dell’avventura. E poi anche un’orzata, quella sbobba beige che si vende ad ogni angolo della città che sa di mandorle spremute e invece è fatto di chufas iraniane.
La benni coraggiosamente è anche riuscita ad infilarsi alla chiusura del mercado central e tra mucchi di immondizie e punkabbestia che vi rovistavano dentro ha trovato (al banco) anche un panino con le uova sode e 4 pesche sudamericane.
Alla fine sudati come non mai abbiamo ritrovato il nostro ostello EL RINCON. L’omino ci ha riconosciuti e ci ha gentilmente offerto una camera sul lato opposto a quello dei lavori in corso per la metro accanto al mercado central oltre al fatto che la stanza è per 4 e la usiamo in 2.

mercado central

La figata è che, oltre al bagno in camera, riusciamo a connetterci in internet dal letto!
Una volta invasa la camera delle nostre 4 valigie e fatta la doccia abbiamo mangiato il nostro panino con huevas e siamo caduti in un sonno profondo.

Alle 5 ci siamo svegliati morti di sete (naturalmente non avevamo neanche una goccia d’acqua con noi dalla mattina). Ci siamo trascinati come due zombie fino al negozio cinese all’angolo e fatti derubare per avere 6 bottiglie d’acqua. La benni ha avuto anche il tempo per provarsi diverse paia di ciabatte, infradito e crocks, naturalmente senza alla fine comprare nulla. Il cino ci ha permesso anche di allestire il nostro piano per i pasti dei giorni a venire: ovvero scodella di plastica per le insalate improvvisate compartite sopra il letto. Naturalmente senza olio, senza sale, senza piatti. Per le posate meno male che la signora della pizzeria sotto all’ostello ci ha omaggiato di 2 forchette e 2 coltelli. Per bere abbiamo elemosinato 2 bicchieri di carta al tipo dell’orxata. Si fa come si può: valencia ci fa riscoprire l’arte dell’arrangiarsi e di tornare di colpo spiantati e improvvisati.
il piu' grande mercato coperto d'europa

Una volta sopravvissuti alla sete e quindi riconnesso il cervello, siamo andati a fare un giro in alcuni uffici della città scoprendo che d’estate gli uffici pubblici lavorano fino al venerdì dalle 9 alle 14. decisamente qui c’è un altro stile, un altro modo di vivere e di concepire il lavoro e il tempo.
Abbiamo quindi girato per negozi di cellulari sfoderando il nostro spagnolo under construction:
“hola, somos italianos, hablamos un pochito de espanol pero podemos comprendeher si hablamos despacio!”. I nostri interlocutori annuivano con la testa con lo sguardo un po’ perplesso. Tra l’altro capivano subito che con la benni c’era qualche possibilità in più di farcela e volgevano velocemente lo sguardo a lei (ma non mi do per vinto!).
Dicevo prima della concezione del tempo: nei negozi puoi stare in fila a lungo senza alcun problema. Le persone in attesa non danno segni di nervosismo anzi, si mettono comode oppure vanno al bar a tomar algo, oppure semplicemente esperano. Sto capendo proprio bene perché per gli spagnolo aspettare e sperare si dicono con la stessa parola.
Alla fine abbiamo concluso che anche per fare la scheda telefonica spagnola ci serve il famigerato NIE, il permesso di soggiorno che permette di fare tutto e che devono fare tutti. Già sappiamo che sarà un’impresa ardua (dai racconti degli italiani all’estero che ci hanno preceduto).
Abbiamo rifatto un po’ di spesa in un negozio con temperatura meno 100 (c’è un po’ la tendenza a tenere l’aria condizionata altina). Cena veloce nella bacinella comune e poi giretto classico in centro in plaza della virgen e sul turia con vista del tramonto e della partita di calcio tra donne sudamericane (gran lanci lunghi e poco più. Siamo andavi via sul 2 a 1 per quelle che attaccavano verso destra. L’allenatore a torso nudo commentava ad ogni gol con un eloquente: muy bien).
Abbiamo fantasticato per bene per tutta la passeggiata poi a casa.

Un po’ di internet, una telefonata gratis con il voip in italia. Poi marco travaglio a bomba per la nostalgia italiana (presto superata grazie allo psiconano). Poi, mentre la benni dormiva, io ho ripulito un po’ la computadora dalle cianfrusaglie accumulate negli ultimi 5 anni. Ce ne erano veramente tante. E’ stato un bell’esercizio di pulizia e di essenzialità. Come del resto mi sembra che tutta questa storia giri intorno a questi concetti, almeno per ora.

Etiquetas:

0 comentarios:

Publicar un comentario

Suscribirse a Enviar comentarios [Atom]

<< Inicio